"Smettete di ucciderli (...) adesso!”. I membri del Families Forum, la più grande associazione di familiari di ostaggi in Israele, hanno criticato il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, che ha dato ordine alle sue forze armate (Idf) di riprendere gli attacchi nella Striscia di Gaza. I bombardamenti avvenuti nella notte tra il 17 e il 18 marzo hanno causato la morte di più di 400 persone. La preoccupazione dei parenti degli ostaggi va a quanti ancora si trovano nella Striscia: "Le famiglie degli ostaggi chiedono un incontro questa mattina con il primo ministro, il ministro della Difesa e il capo della squadra negoziale, durante il quale verranno chieste garanzie su come gli ostaggi saranno protetti dalla pressione militare e come ci si aspetta che vengano riportati indietro”.
Timori che sembrano giustificati, perché Hamas aveva fatto sapere che l’operazione, rinominata dall’Idf “Strenght and Sword” (“Forza e Spada”) -stando a quanto riportato dal Times of Israel -, equivarrebbe alla scelta da parte del premier israeliano di “sacrificare i prigionieri dell'occupazione e imporre loro una condanna a morte”. Lo ha riferito Izzat al-Rishq, membro dell’ufficio politico di Hamas. Intanto, un funzionario del gruppo palestinese ha affermato che il movimento "sta lavorando con i mediatori per frenare l'aggressione di Israele”, precisando che Hamas avrebbe “aderito all'accordo di cessate il fuoco e lo ha implementato con precisione, ma l'occupazione israeliana ha rinnegato il suo impegno e lo ha annullato riprendendo l'aggressione e la guerra”. Il quotidiano qatariota al-Araby al-Jadeed, citando una fonte egiziana, scrive che "funzionari dell'intelligence hanno convocato d'urgenza una delegazione di Hamas al Cairo per discutere le modalità per fermare l'aggressione a Gaza".
L'Autorità nazionale palestinese, in un comunicato postato sui social dal ministero degli esteri, ha chiesto un "intervento internazionale urgente" di fronte all’attacco, che ha definito “brutale”. "La continua aggressione contro il nostro popolo - si legge - e lo spargimento di sangue di bambini, donne e civili indifesi rappresenta un'evasione ufficiale da parte di Israele dai suoi obblighi quando si tratta di consolidare la cessazione della guerra genocida, lo sfollamento e il ritiro dell'esercito occupante dalla Striscia di Gaza”. Il testo si conclude con un appello alla diplomazia: “Le soluzioni politiche sono la chiave per fermare l'aggressione e ripristinare un orizzonte politico per risolvere il conflitto”.
Le reazioni dall'Occidente
Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, intervenendo su Rtl 102.5, ha espresso "molta preoccupazione" per quanto accaduto. "Era evidente che c'era un innalzamento dei toni da parte di Israele. È la conseguenza di un atteggiamento di Hamas sul rientro degli ostaggi”, ha dichiarato. “Si interrompe così non solo la tregua, ma anche il percorso per riportare tutti gli ostaggi a casa. Speriamo di riuscire a ripristinare una tregua ma non sono ottimista, noi lavoreremo per farlo”. Un attacco “abbastanza pesante”, secondo il ministro, “indicatore di un'evoluzione non positiva nella zona”. Crosetto ha sottolineato che l’atteggiamento del gruppo palestinese dava l'idea di voler proseguire lo scontro contro Tel Aviv. "Anche in Israele c'è sempre stata una fortissima opposizione a questa tregua”, ha poi aggiunto il ministro. “C'è sempre stato chi avrebbe voluto proseguire fino alla fine, fino al totale annientamento di Hamas”.
La prima vera condanna da parte di un Paese membro dell'Ue è stata quella di Madrid. Il ministro degli Esteri José Manuel Albares ha invitato a "deplorare e respingere questa nuova ondata di violenza e questi nuovi bombardamenti" sulla Striscia di Gaza, perché si tratta di attacchi che “colpiscono in maniera indiscriminata la popolazione civile. Così come abbiamo condannato il fatto che si impedisse l'entrata di aiuti umanitari e si interrompesse l'elettricità, cose che sono contrarie al diritto internazionale”. In ogni caso, “questa non è la via per la pace per palestinesi e israeliani, né per garantire la sicurezza di nessun popolo in Medio Oriente”. E ha concluso: "La strada è rendere permanente il cessate il fuoco, dare accesso agli aiuti umanitari e che ci sia finalmente uno Stato palestinese per convivere in pace con Israele”.
Dal segretario generale delle Nazioni Unite, Atonio Guterres, è arrivato "con forza" un appello affinché venga rispettato il cessate il fuoco sul territorio palestinese. "Il segretario generale è sconvolto per gli attacchi aerei israeliani a Gaza con un numero significativo di civili rimasti uccisi", ha detto il vice portavoce di Guterres, Farhan Haq. L'Alto commissario Onu per dei diritti umani, Volker Türk, a Ginevra, si è detto "inorridito dagli attacchi aerei e dai bombardamenti israeliani di ieri sera a Gaza". Infine, ha fatto riferimento al genocidio il governo turco. In una nota, il ministero degli Esteri ha affermato che "Israele sta sfidando l'umanità e violando il diritto internazionale e i valori universali nel modo più grave". Lo ha riportato l'agenzia stampa Anadolu. "Il massacro di centinaia di palestinesi negli attacchi di Israele a Gaza dimostra che la politica di genocidio del governo Netanyahu è entrata in una nuova fase". Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha affermato che "i rinnovati attacchi contro Gaza sono stati inaccettabili, che la comunità internazionale dovrebbe ora dire 'basta' alla politica genocida di Netanyahu e che è importante ristabilire il cessate il fuoco il prima possibile".
Anche la Commissione europea è intervenuta, per bocca di un portavoce: "Deploriamo la ripresa dei bombardamenti a Gaza, che ha causato vittime civili, inclusi bambini. Chiediamo che Hamas liberi gli ostaggi e che Israele mostri moderazione". La Commissaria europea per l'uguaglianza, la preparazione e la gestione delle crisi, Hadja Lahbib, ha poi sottolineato la necessità che venga ristabilita la tregua nella Striscia: "La rinnovata escalation a Gaza è devastante. I civili hanno sopportato sofferenze inimmaginabili. Questo deve finire. Il diritto internazionale umanitario deve essere rispettato e gli aiuti umanitari devono arrivare a Gaza. È imperativo tornare immediatamente a un cessate il fuoco per evitare ulteriori perdite di vite umane e distruzione".