Gaza, le operazioni militari di Israele si intensificano. L'Onu riduce la presenza nella Striscia dopo l'uccisione dei suoi membri

Il ministro degli Esteri spagnolo: "Il Medio Oriente ha bisogno della più elementare umanità"

Le Nazioni Unite hanno ridotto la loro presenza sul territorio palestinese a causa dell'interruzione della tregua nella Striscia di Gaza, bombardata da Israele. "La scorsa settimana Tel Aviv ha condotto attacchi devastanti a Gaza, uccidendo centinaia di civili, tra cui membri dello staff Onu, senza che gli aiuti umanitari potessero entrare nella Striscia dall'inizio di marzo", ha detto il portavoce del Palazzo di Vetro, Stephane Dujarric. "Di conseguenza, il segretario generale Antonio Guterres ha preso la difficile decisione di ridurre la presenza dell'organizzazione a Gaza, nonostante le esigenze umanitarie aumentino e la nostra preoccupazione per la protezione dei civili si intensifichi". Sotto gli attacchi dell'Idf, l'esercito israeliano, sono rimasti uccisi anche due giornalisti palestinesi, uno dei quali collaborava con Al Jazeera. Un funzionario israeliano ha dichiarato al Times of Israel di non aver ancora ricevuto nessuna nuova proposta per un accordo sugli ostaggi, affermando che Israele cerca ancora di far approvare da Hamas il cosiddetto piano Witkoff: "Se Hamas non accetta, Israele lancerà un'offensiva di terra su larga scala" nella Striscia di Gaza. 

 

Il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares, ha criticato gli ultimi attacchi israeliani che hanno ucciso centinaia di civili, tra cui proprio i membri dello staff delle Nazioni Unite: "Condanno i bombardamenti indiscriminati dei civili e del personale delle Nazioni Unite a Gaza, anche degli ospedali. Il numero di morti è inaccettabile", ha scritto su X. Attacchi che non sembrano accennare a interrompersi, mentre gli aiuti umanitari sono bloccati. Albares ha poi ribadito che "il diritto umanitario deve essere rispettato". Aggiungendo: "Il Medio Oriente ha bisogno di pace e rispetto e della più elementare umanità". 

 

Gli attacchi proseguono mentre il governo vive un momento di grande instabilità. La situazione attuale è come "un 6 ottobre sotto steroidi". Lo ha dichiarato il leader del partito di Unità nazionale, Benny Gantz, durante la riunione del suo partito alla Knesset, spiegando che "la sicurezza di Israele è in pericolo a causa della frattura interna". Il problema, per Gantz, riguarda soprattutto il licenziamento del capo dello Shin Bet e della procuratrice generale, la ripresa del progetto di riforma giudiziaria e l'approvazione di leggi e fondi che incoraggiano l'elusione del servizio militare: "Così si divide il popolo e si fa un regalo ai nostri nemici". Il deputato Gadi Eisenkot ha aggiunto: "Mentre la maggioranza dei cittadini sostiene il ritorno immediato degli ostaggi, insieme a una lotta determinata contro il terrorismo e la sconfitta di Hamas, il governo è concentrato sulla guerra contro le istituzioni e il sistema giudiziario". 

 

Intanto le truppe israeliane continuano a muoversi tra le Alture occupate del Golan e la pianura di Damasco, nonostante l'invito dell'Unione europea a non sottovalutare i rischi di escalation. In alcune zone di confine tra Israele e Siria, come Rafid, la popolazione locale ha dato alle fiamme i pacchi di aiuti alimentari, perché provenienti da Israele: "Pensano di comprarci con del riso e dei fagioli", ha affermato uno dei leader della località, Obeida N., che ha spiegato come i fuochi accesi sarebbero un "messaggio agli occupanti". "Capiscano bene che la nostra dignità di siriani vale più delle sofferenze per la crisi economica".

L'edicola

Il supermarket delle mazzette - Il nuovo numero de L'Espresso

Il settimanale, da venerdì 21 marzo, è disponibile in edicola e in app