Le parole del ministro degli Esteri Jean-Noël Barrot: "Da quasi 15 anni la minaccia ha continuato ad avvicinarsi a noi". Emmanuel Macron, intanto, spiega la proposta elaborata insieme al Regno Unito: "Un cessate il fuoco di un mese aereo, marittimo e per quanto riguarda le infrastrutture energetiche in Ucraina"

Si è concluso il summit londinese dei leader europei, che cercano una mediazione per realizzare una "pace giusta" in Ucraina. L'urgenza per il Vecchio continente si è manifestata - ancora una volta - dopo lo scontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky. La Francia e il Regno Unito sono gli attori principali di questa fase, che dialogano con la Casa Bianca affinché le ragioni di Kiev emergano nei negoziati e le responsabilità del conflitto siano attribuite soltanto alla Russia. Da Parigi, intanto, il ministro degli Esteri Jean-Noël Barrot lancia un allarme: "Il rischio di una guerra nel continente europeo, nell'Unione europea, non è mai stato così alto perché da quasi 15 anni la minaccia ha continuato ad avvicinarsi a noi, la linea del fronte ha continuato ad avvicinarsi a noi". Alle parole riferite alla radio France Inter si aggiungono quelle del presidente Emmanuel Macron, che chiarisce a Le Figaro alcuni punti della proposta elaborata insieme al primo ministro britannico Keir Starmer: un mese di cessate il fuoco aereo, marittimo e per quanto riguarda le infrastrutture energetiche in Ucraina. Macron spiega che la proposta non può coprire la situazione sul terreno, poiché la lunghezza del fronte rende difficile verificare il rispetto del cessate il fuoco: "Non sappiamo come misurarlo. Dobbiamo pensare che il fronte attuale sia l'equivalente della linea Parigi-Budapest. In caso di cessate il fuoco, sarà molto difficile verificarne il rispetto lungo questa linea". Escluso, almeno per le prossime settimane, l'invio di truppe occidentali in Ucraina.

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