Gli Stati Uniti sospendono gli aiuti militari all'Ucraina. Kiev sotto choc: "È come l'accordo di Monaco del 1938"

2022, un lotto di aiuti militari degli Stati Uniti arriva all'aeroporto di Kiev
2022, un lotto di aiuti militari degli Stati Uniti arriva all'aeroporto di Kiev

Secondo il presidente della commissione per gli Affari esteri dell’Ucraina, la decisione di Trump ricorda l’intesa tra la Germania nazista e le potenze europee

Gli Stati Uniti hanno congelato tutti gli aiuti militari destinati all’Ucraina. A rivelarlo è Bloomberg. Secondo le fonti dell'agenzia, la sospensione resterà in vigore fino a quando il presidente Donald Trump non avrà valutato l’impegno di Kiev nei negoziati di pace. Il blocco riguarda tutto il materiale bellico non ancora giunto in Ucraina, incluse le armi in transito. La decisione segue lo scontro tra Trump e Volodymyr Zelensky

Il congelamento degli aiuti

L’ordine del presidente americano al segretario alla Difesa, Pete Hegseth, è stato quello di interrompere ogni aiuto. Trump è pronto a riprendere i colloqui con Zelensky, ma solo quando il presidente ucraino mostrerà un "reale impegno" per risolvere il conflitto con la Russia. Lo ha dichiarato il vice presidente JD Vance in un'intervista a Fox News: "Certo, la porta è aperta, ma quando Zelensky sarà disposto a parlare seriamente di pace”. Trump è stato ancora più diretto: “Se Zelensky non farà l’accordo, non durerà a lungo”. L’obiettivo della Casa Bianca sarebbe costringere Kiev ad accettare le condizioni di Washington sull’accordo per lo sfruttamento dei minerali rari ucraini.

La reazione di Kiev

L'Ucraina è sotto choc. Dall'amministrazione di Kiev, la decisione di Trump viene paragonata all'accordo di Monaco del 1938, che consentì alla Germania nazista di annettere i Sudeti. Oleksandr Merezhko, presidente della commissione per gli Affari esteri dell’Ucraina, è netto: “Fermare gli aiuti significa aiutare Putin. Questo è peggio di Monaco, perché almeno lì non hanno cercato di dipingere la Cecoslovacchia come l’aggressore”. Le sue parole, riprese dai media internazionali, riflettono il clima di incredulità che attraversa la leadership ucraina.

La risposta europea 

L’Unione europea si muove, ma non è compatta. È in discussione un nuovo pacchetto di aiuti da 20 miliardi di euro, ostacolato dall’Ungheria. Budapest appoggia la decisione dell’amministrazione Trump. Un portavoce del governo di Viktor Orbán, citato dal Guardian, ha spiegato: “Il presidente degli Stati Uniti e il governo ungherese condividono la stessa posizione: invece di continuare le spedizioni di armi e la guerra, sono necessari un cessate il fuoco e colloqui di pace il prima possibile”. Dall’altra parte dell’Europa, la reazione è opposta. Il ministro francese per gli Affari europei, Benjamin Haddad, avverte: la decisione di Trump “allontana la pace”. Intervistato su France 2, il ministro francese ha sottolineato come la sospensione della fornitura di armi a Kiev “non farà che rafforzare la presa dell’aggressore sul territorio, che è la Russia”. E aggiunge: “Se vogliamo mettere fine a questa guerra, che resta il nostro obiettivo, se vogliamo ottenere una pace duratura con garanzie solide di sicurezza, bisogna mettere pressione sull’aggressore”.

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