L'Ue sanziona Apple e Meta per 700 milioni di euro: violato il Digital Markets Act

Apple dovrà pagare 500 milioni per aver impedito di pubblicizzare gratuitamente offerte alternative a quelle presenti nell'App store. Per Meta multa da 200 milioni per il modello di consenso all'utilizzo dei dati. Il gruppo di Zuckerberg: "La Commissione Ue sta cercando di penalizzare le aziende americane di successo"

L’Unione europea sanziona le big tech Apple e Meta, per un totale di 700 milioni di euro. L’azienda fondata da Steve Jobs dovrà pagare 500 milioni per aver impedito agli sviluppatori di applicazioni di pubblicizzare gratuitamente offerte alternative a quelle presenti nell'App store, mentre il gruppo di Mark Zuckerberg dovrà sottrarre alle sue casse 200 milioni per il modello di consenso all'utilizzo dei dati. 

Apple non dà alternative

La Commissione europea ha riscontrato violazioni degli obblighi del regolamento europeo sui mercati digitali, il Digital Markets Act, in base al quale gli sviluppatori che distribuiscono le loro applicazioni tramite l'App Store di Apple devono poter informare gratuitamente i clienti di offerte alternative al di fuori dell'App Store, indirizzarli verso queste offerte e consentire loro di effettuare acquisti. Obbligo che, secondo l’esecutivo comunitario, Apple non ha rispettato. Le restrizioni imposte dalla società non consentirebbero agli sviluppatori di beneficiare di questi vantaggi e ciò impedisce ai consumatori di godere pienamente di offerte alternative e più economiche. La Commissione ha quindi accertato che la big tech "non è riuscita a dimostrare che queste restrizioni sono oggettivamente necessarie e proporzionate" e ha dunque ordinato ad Apple di rimuoverle, mettendo fine a una "condotta ritenuta non conforme". La decisione, stando a quanto chiarisce l'esecutivo comunitario in un comunicato, è stata presa "dopo un ampio dialogo con le aziende interessate che ha permesso di presentare in dettaglio i loro punti di vista e le loro argomentazioni". 

 

"Gli annunci di oggi sono l'ennesimo esempio di come la Commissione europea stia ingiustamente prendendo di mira Apple con una serie di decisioni che ledono la privacy e la sicurezza dei nostri utenti. Danneggiano i prodotti e ci costringono a distribuire gratuitamente la nostra tecnologia", ha dichiarato un portavoce di Apple. "Abbiamo dedicato centinaia di migliaia di ore di lavoro ingegneristico e apportato decine di modifiche per conformarci a questa legge, nessuna delle quali richiesta dai nostri utenti. Nonostante innumerevoli riunioni, la Commissione continua a spostare i paletti a ogni passo del percorso. Faremo ricorso e continueremo a collaborare con la Commissione al servizio dei nostri clienti europei".

Il modello pubblicitario di Meta non è conforme

Meta, invece, è finita nel mirino di Bruxelles per il modello pubblicitario "consenso o pagamento", introdotto dalla stessa società nel novembre 2023 e che prevede per gli utenti Ue di Facebook e Instagram di poter scegliere e acconsentire alla combinazione dei dati personali per la pubblicità personalizzata o, in alternativa, di pagare un abbonamento mensile per un servizio privo di pubblicità. La Commissione ha ritenuto il modello non conforme in quanto non ha dato agli utenti "l'opzione di un servizio con un uso minore dei loro dati personali né gli ha permesso di esercitare il loro diritto di acconsentire liberamente alla combinazione dei dati personali". A distanza di un anno, in seguito a un dialogo continuo tra le due parti, Meta ha introdotto un'altra versione del modello per soddisfare le richieste europee, offrendo un'opzione che sembrerebbe prevedere un utilizzo minore dei dati personali. La Commissione, quindi, ha chiarito nel comunicato che la decisione di non conformità riguarda solo il periodo di tempo durante il quale gli utenti Ue hanno utilizzato l'opzione "consenso o pagamento" e che in merito alla nuova opzione "proseguirà il dialogo con Meta e le valutazioni". 

 

Anche il gruppo di Zuckerberg non ha accettato di buon grado la sanzione: “La Commissione Ue sta cercando di penalizzare le aziende americane di successo, mentre consente alle imprese cinesi ed europee di operare secondo standard diversi. Non si tratta solo di una multa”, ha dichiarato Joel Kaplan, Chief global affairs officer di Meta. Ora le due big tech, si legge nel comunicato, "sono tenute a conformarsi alle decisioni della Commissione entro 60 giorni", col rischio di penali periodiche, se questo non avviene.

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