La portavoce del ministero degli Affari esteri: "Un'azione che non farà altro che nuocere all'immagine e alla reputazione internazionale degli Stati Uniti". L'ateneo del Massachusetts fa causa all'amministrazione Usa

La Cina attacca Trump per aver revocato ad Harvard la possibilità di avere studenti stranieri: "No alla politicizzazione dell'istruzione"

Pechino ha denunciato la "politicizzazione" dell'istruzione dopo che ieri, 22 maggio, l'amministrazione statunitense ha tolto all'università di Harvard il diritto di iscrivere studenti stranieri, molti dei quali provenivano proprio dalla Repubblica popolare cinese. "La Cina si è sempre opposta alla politicizzazione della cooperazione educativa", ha detto Mao Ning, portavoce del ministero degli Affari esteri, durante un briefing. "L'azione della parte americana non farà altro che nuocere all'immagine e alla reputazione internazionale degli Stati Uniti". Harvard ha fatto causa all'amministrazione Trump, spiegando che il blocco del governo vìola il primo emendamento.

 

"La cooperazione educativa tra Cina e Stati Uniti è reciprocamente vantaggiosa", ha dichiarato Mao Ning, sottolineando che Pechino "respinge attacchi e diffamazioni infondate contro la Cina", citando i presunti legami dei vertici dell'università con il Partito Comunista Cinese. La stessa portavoce ha poi assicurato che la Cina "tutelerà fermamente i diritti e gli interessi legittimi degli studenti e degli studiosi cinesi all'estero". Pechino ha bollato le accuse come infondate e ha criticato le misure di Washington definendole "illegali", sollecitandone il ritiro il prima possibile. Harvard, l'ateneo più celebre e uno tra i più prestigiosi al mondo, ospita circa 7.000 studenti internazionali, circa il 27% del totale, una cifra in aumento rispetto al 19,7% del 2010. Si stima che circa il 20% di questi siano cittadini cinesi. Alcuni di loro sono ammessi con sovvenzioni e altri pagano l'intera retta di 83 mila dollari all'anno. Dall'Italia hanno fatto domanda in 500, ma solo tre sono riusciti ad entrare: tutti con borse di studio. 

 

La segretaria per la sicurezza interna americana (Dhs), Kristi Noem, ha fatto sapere che lo stop deciso da Donald Trump alle iscrizioni degli studenti stranieri all'ateneo del Massachusetts potrebbe allargarsi ad altri college negli Usa. "È un avvertimento a tutte le università", ha dichiarato a Fox News. "La leadership di Harvard ha creato un ambiente universitario non sicuro consentendo ad agitatori antiamericani e filo-terroristi di molestare e aggredire fisicamente individui, tra cui molti studenti ebrei", secondo quanto comunicato dal dipartimento di Noem al momento dell'annuncio del provvedimento. La misura non riguarda soltanto i nuovi candidati, ma anche gli studenti già iscritti, che perderebbero il loro status di residenza nel Paese se non si trasferissero in un'altra università. "Questa amministrazione sta ritenendo Harvard responsabile per aver fomentato violenza, antisemitismo e per essersi coordinata con il Partito Comunista Cinese nel suo campus. È un privilegio, non un diritto, per le università iscrivere studenti stranieri e beneficiare delle loro tasse universitarie più elevate, contribuendo così ad aumentare i loro fondi multimiliardari", ha criticato Noem. Adesso si aspettano i risultati della seconda azione legale di Harvard contro l'amministrazione, che segue quella già avviata, lo scorso mese, contro il tentativo del governo di imporre modifiche alle sue pratiche di ammissione all'università e di assunzione.

 

La decisione, che si inserisce nella battaglia dell'amministrazione Trump contro l'istruzione con un nuovo duro colpo all'università, già privata di miliardi di dollari di finanziamenti, è arrivata poco dopo la sparatoria avvenuta al museo ebraico di Washington nella quale ha perso la vita una coppia di membri dell'ambasciata israeliana per mano di un attivista filo-palestinese. 

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