Un giudice federale ha bloccato, temporaneamente, il divieto imposto da Donald Trump di ammettere ad Harvard gli studenti stranieri. La pronuncia della magistratura è arrivata dopo un ricorso del prestigioso ateneo americano, da mesi in un braccio di ferro con il tycoon, presentato alla corte federale del Massachusetts appellandosi al primo emendamento della Costituzione statunitense. “All'amministrazione Trump è da questo momento impedito di attuare... la revoca della certificazione Sevp (Student and Exchange Visitor Program) della parte ricorrente”, ha ordinato la giudice Allison Burroughs. Una decisione che si porterà dietro inevitabili polemiche, nel più ampio contesto della guerra scatenata dall’inquilino della Casa Bianca non solo contro la magistratura, ma anche contro gli atenei liberal. Burroughs, che è stata nominata giudice a Boston da Barack Obama nel 2014, è anche titolare dell'altra causa che Harvard ha presentato contro l'amministrazione Trump, per contestare il congelamento dei 2,6 miliardi di fondi federali destinati all'ateneo. La giudice ha fissato per il 27 e il 29 maggio le prossime udienze per valutare nel merito il ricorso.
Nel ricorso presentato oggi, i legali di Harvard affermano che la decisione dell'amministrazione di revocare all'ateneo la partecipazione al programma per accogliere studenti stranieri è "una chiara rappresaglia" per essersi rifiutati a cedere alle richieste del governo americano.
La disposizione contro gli studenti internazionali era stata firmata ieri - 22 maggio - dalla segretaria alla Sicurezza interna, Kristi Noem, che si aggiungeva ai precedenti tagli di 2,6 miliardi di dollari di finanziamenti imposti da Trump. “Dovrebbe essere un avvertimento per tutte le altre università - ha detto Noem in un'intervista a Fox News -. Datevi una regolata perché stiamo arrivando. La leadership di Harvard ha creato un ambiente universitario non sicuro consentendo ad agitatori antiamericani e filo-terroristi di molestare e aggredire fisicamente individui, tra cui molti studenti ebrei”. La misura è stata giustificata con l’accusa all’ateneo di “aver creato un ambiente non sicuro dando spazio ad attivista antiamericani e pro terroristi che hanno assalito gli studenti ebrei nel campus”.