Per il quotidiano statunitense ci sarebbe stato un "colloquio telefonico molto teso” tra Trump e Netanyahu. Teheran: "Qualunque errore di Usa e Israele riceverà una risposta"

Nyt: "Israele prosegue i preparativi in vista di attacchi ai siti nucleari dell'Iran"

Secondo il New York Times, Israele starebbe proseguendo i preparativi per gli attacchi contro i siti nucleari iraniani. L’indiscrezione del quotidiano newyorkese arriva mentre continuano i colloqui tra Stati Uniti e Iran e avrebbero portato a uno scontro tra Donald Trump e Benjamin Netanyahu; attriti sfociati “almeno in un colloquio telefonico molto teso”. Durante questa telefonata il premier israeliano avrebbe minacciato il presidente statunitense di attaccare unilateralmente gli impianti di arricchimento dell’uranio di Teheran. Venerdì scorso - 23 maggio - si sarebbe tenuto a Roma un incontro riservato tra il capo del Mossad, David Barnea, il ministro israeliano degli Affari strategici Ron Dermer e il negoziatore statunitense Steve Witkoff. Dopo l'incontro a Roma, Dermer e Barnea si sono recati a Washington per proseguire i colloqui: lunedì, in particolare, i due funzionari hanno incontrato il direttore della Cia, John Ratcliffe. Dermer ha incontrato di nuovo Witkoff ieri, ma i contenuti dell'ultima riunione restano riservati. Alla domanda su questi incontri, la Casa Bianca ha richiamato le parole di Trump, che ha ribadito: "Preferirei che non venga sganciata nessuna bomba". 

 

Funzionari statunitensi citati dal Nyt dubitano dell'efficacia di un'azione unilaterale, ma secondo fonti israeliane, in caso di ritorsioni da parte iraniana gli Stati Uniti sarebbero comunque costretti a intervenire. Tel Aviv avrebbe inoltre ribadito a Washington che un attacco potrebbe avvenire anche in presenza di un eventuale accordo sul nucleare tra Washington e Teheran. L’autorevole giornale americano scrive anche che Israele aveva pianificato i raid già all’inizio di maggio, ma in quell’occasione Trump sarebbe riuscito a dissuadere Netanyahu. Quel che l’intelligence americana è che Tel Aviv si convinca di colpire le infrastrutture iraniane senza preavviso, con preparativi che potrebbero richiedere meno di sette ore.

 

Da Teheran ha parlato il comandante delle Guardie della rivoluzione iraniana, Hossein Salami, che ha minacciato una reazione da parte dell'Iran nel caso ci fosse un'aggressione da parte degli Stati Uniti o Israele. “Abbiamo le mani sul grilletto e siamo in agguato, aspettando che commettano un errore: riceveranno immediatamente una risposta che li farà dimenticare il loro passato", ha detto Salami, come riferisce l'agenzia di stampa Mehr, rivolgendosi agli Usa e allo Stato ebraico. “I comandanti americani devono sapere che siamo pronti a qualsiasi scenario. Il nostro Paese non si sottometterà mai alla volontà politica altrui”, ha sottolineato il comandante del pasdaran. “Se alla nostra forza difensiva verrà data la possibilità di emergere, i nostri nemici vedranno spalancarsi le porte dell'inferno e i loro interessi saranno messi a ferro e fuoco”, ha dichiarato Salami in discorso durante una cerimonia a Teheran

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