Mohamed Mustafa invita le Nazioni Unite ad applicare le risoluzioni che vietano la fame come strumento di guerra. Hamas: "Sono in corso tentativi disperati di mediazione per raggiungere un accordo parziale su ostaggi e aiuti". Israele prepara l’offensiva, ma l’Onu denuncia il rischio per i civili

Assem Naeem, membro dell'ufficio politico di Hamas, ha dichiarato all'agenzia di stampa Shehab di Gaza che, in vista della visita del presidente degli Stati Uniti Donald Trump in Medio Oriente prevista dal 13 al 16 maggio, sono in corso "tentativi disperati di mediazione per raggiungere un accordo parziale". La proposta sul tavolo prevede il rilascio di alcuni ostaggi in cambio di giorni di tregua, durante i quali sarà consentita la consegna di cibo alla popolazione della Striscia. 

 

 

Il presidente americano ha annunciato che altri tre israeliani detenuti da Hamas a Gaza sono stati dichiarati morti, portando a 21 il numero di quelli ancora vivi. "Vogliamo salvare il maggior numero possibile di ostaggi", ha affermato durante la cerimonia di giuramento del suo inviato per il Medio Oriente, Steve Witkoff, alla Casa Bianca. 

 

 

Intanto, Gaza è da tre mesi senza aiuti umanitari. Mentre continua a colpire il territorio con raid aerei, Israele ha vietato l’ingresso di cibo, acqua, rifugi e medicinali nel territorio palestinese, dove, secondo le Nazioni Unite, la stragrande maggioranza della popolazione dipende dalle forniture di emergenza per sopravvivere. Migliaia di camion sono in attesa lungo il confine, pronti a entrare. Le cucine comunitarie stanno chiudendo e i forni stanno esaurendo il carburante. Le famiglie trascorrono ore in fila per ricevere piccole porzioni di riso. Il primo ministro palestinese Mohamed Mustafa ha dichiarato ufficialmente la Striscia di Gaza una zona colpita dalla carestia, durante una conferenza stampa tenuta a Ramallah. Mustafa ha esortato l'intero sistema delle Nazioni Unite ad attivare con urgenza i propri meccanismi di intervento e a riconoscere Gaza come area in stato di carestia. Ha inoltre rivolto un appello alla comunità internazionale affinché vengano applicate le risoluzioni Onu che vietano l’uso della fame come strumento di guerra.

 

 

I raid non si fermano: l'ultimo nella tarda serata di martedì, 6 maggio, quando almeno 29 persone sono state uccise in un attacco contro una scuola che ospitava sfollati, secondo quanto riferito dal personale medico. Il tutto, alla vigilia di quella che il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha definito "un'invasione massiccia della Striscia". Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha dichiarato che l’espansione delle operazioni delle Forze di Difesa israeliane (Idf) nella Striscia di Gaza prevede anche il trasferimento di tutta la popolazione verso il sud dell’enclave. “Una volta avviata la manovra, andremo avanti fino al raggiungimento di tutti gli obiettivi, compreso un piano di migrazione volontaria per i residenti di Gaza”, ha affermato. Il piano è stato criticato dall’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, che lo ha definito "un momento pericoloso per i civili". "Quello che vediamo è solo ulteriore distruzione, odio e disumanizzazione", ha aggiunto. 

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