Nella notte il gabinetto di sicurezza ha approvato il piano per l'occupazione totale di Gaza. Smotrich: "Non lasceremo l'enlcave neanche in cambio degli ostaggi". Proteste e scontri a Gerusalemme

L'offensiva militare israeliana a Gaza è alla vigilia di un'ulteriore escalation. Il premier Benjamin Netanyahu ha pubblicato un video in cui annuncia "un'invasione massiccia" della Striscia in cui la popolazione palestinese "sarà spostata". Qualche ora prima, nella notte tra il 4 e il 5 maggio, l'occupazione totale di Gaza era stata messa nero su bianco nel piano approvato dal gabinetto di sicurezza di Israele, che ha votato all’unanimità il cronoprogramma per ampliare le operazioni militari nella Striscia. Una fonte politica del governo Netanyahu, citata dal quotidiano israeliano Ynet, ha affermato che il piano, oltre all’occupazione dell’enclave palestinese e il mantenimento dei “territori occupati” della Cisgiordania, prevede anche lo spostamento della popolazione civile verso il Sud di Gaza e la ripresa controllata, tramite agenzie private, dell’ingresso degli aiuti nella Striscia, che non entrano dallo scorso 2 marzo, negando però ad Hamas la possibilità di distribuirli e usarli come leva di consenso. L’obiettivo, secondo il capo di Stato maggiore dell’esercito israeliano, Eyal Zamir, è “distruggere le capacità di governo” di Hamas. Contro l'ampliamento dell'operazione militare a Gaza ci sono state proteste e scontri a Gerusalemme.

Le spaccature nel gabinetto di sicurezza

Ma all’interno del gabinetto di guerra israeliano le spaccature non mancano. Durante la riunione nella notte tra il 4 e il 5 maggio, ci sarebbe stata una “accesa discussione” tra Zamir e il ministro della Sicurezza nazionale, l’estremista ultrareligioso Itamar Ben Gvir, tra i fautori del blocco totale di aiuti per la Striscia di Gaza. Secondo Channel 12, Ben Gvir – che ha votato contro il piano – avrebbe ribadito l’idea che “le riserve alimentari di Hamas dovrebbero essere bombardate” e che Gaza avrebbe “aiuti a sufficienza”, nonostante la quasi totalità delle organizzazioni internazionali - l’ultima è stata la Croce rossa internazionale - lancino da mesi allarmi sull’insostenibilità della situazione umanitaria a Gaza, dove la quasi totalità della popolazione vive ormai in carestia e senza la disponibilità di beni essenziali.

Netanyahu difende Ben Gvir

Per il capo dell’Idf, “idee come queste mettono in pericolo” Israele. Ma il premier Benjamin Netanyahu sarebbe intervenuto in difesa del proprio ministro (“ognuno può esprimere la propria posizione”); parole alle quali Zamir avrebbe replicato ricordando l’esistenza “del diritto internazionale” che “Israele si impegna a rispettare. “Non possiamo affamare la Striscia”, avrebbe aggiunto. Tuttavia, di fronte alla difesa di Ben Gvir da parte di Netanyahu, anche le timide proteste del capo dell’esercito cadranno nel vuoto. L’idea di un’occupazione totale della Striscia è da mesi in testa ai piani di gran parte del governo israeliano. Qualcuno, come il già citato Ben Gvir e l’altro ministro di ultradestra, Bezalel Smotrich, hanno più volte sostenuto la necessità di espulsioni di massa dei palestinesi dalla Striscia; idea abbracciata anche da Trump, con il suo piano di trasformare Gaza in un resort di lusso e con la sua insistenza con Giordania ed Egitto affinché accolgano gli sfollati palestinesi.

I familiari degli ostaggi contro il governo

Intanto non si fermano i raid israeliani, all’indomani del missile lanciato dallo Yemen dagli Houti e che ha colpito, bucando le poderose difese anti-aeree, l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, alzando ulteriormente il livello di tensione nella regione. Nella notte le forze israeliane hanno colpito edifici residenziali a Gaza City e Beit Lahia, causando almeno 19 morti e 15 feriti. Sul rischio di un ulteriore escalation è intervenuto, ancora, il capo di Stato maggiore Zamir, che durante il gabinetto di sicurezza ha avvertito i ministri del pericolo di una nuova escalation: “Israele – avrebbe detto – potrebbe perdere gli ostaggi se lancia un’operazione su larga scala nella Striscia”. Per il Forum dei familiari di chi è ancora in mano ad Hamas, “il piano approvato dal gabinetto merita di essere chiamato ‘piano Smootrich-Netanuyahu’ per il sacrificio degli ostaggi”. La "decisione del governo dimostra chiaramente che sta scegliendo i territori al posto degli ostaggi, contrariamente alla volontà della maggioranza del popolo", si legge in una nota. 

Smotrich: "Non lasceremo Gaza neanche in cambio degli ostaggi"

Una conferma dei timori dei familiari degli ostaggi è arrivata da alcune dichiarazioni del ministro dell'ultradestra religiosa Smotrich che ha affermato che "Israele si appresta finalmente a conquistare la Striscia di Gaza" e che "non bisogna più temere la parola 'occupazione'". Dal momento "in cui inizia il controllo territoriale - ha aggiunto - non ci sarà alcun ritiro dalle aree conquistate, nemmeno in cambio degli ostaggi. L'unico modo per liberarli è sconfiggere Hamas".  

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