Nell'emiciclo di Strasburgo, l'Alta rappresentante si è sfogata dopo una serie di interventi critici sull'operato dell'Unione: "Provo frustrazione"

Ue, Kallas respinge le accuse degli eurodeputati: "Sanzionerei Israele per Gaza, ma non c'è unanimità dei 27 Stati membri"

Davanti a un Parlamento europeo incalzante sull'operato del governo di Benjamin Netanyahu, l’Alta rappresentante per la politica estera dell’Ue, Kaja Kallas, si è sbilanciata in un discorso che è sembrato quasi uno sfogo. Dopo una serie di interventi da parte di socialisti e liberali, la rappresentante diplomatica dell'Unione ha risposto sottolineando come la sua posizione non possa e non debba essere confusa con quella di Bruxelles: "Parlate come se io fossi l'unica responsabile di quello che succede a Gaza. Io non rappresento me stessa qui, io rappresento 27 Stati membri. Se spettasse a me decidere personalmente, io una decisione la prenderei, ma non lo posso fare perché serve l'unanimità sulle sanzioni". E questa, ha aggiunto, "è la mia frustrazione". "Se portassi la proposta al Consiglio forse mi sentirei meglio ma so che non passerebbe e mostrerebbe la nostra divisione", ha detto ancora. All’orizzonte, c’è il Consiglio Ue Affari esteri del prossimo 23 giugno, in cui Kallas svelerà le conclusioni sulla possibile revisione dell’accordo di associazione Ue-Israele.

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