Già in campagna elettorale, a tre settimane dalle elezioni del 23 febbraio scorso che avrebbero incoronato la Cdu di Friedrich Merz, in Germania si era allentato il “cordone sanitario” intorno all’estrema destra e una mozione restrittiva sui migranti proposta dal partito dell’attuale cancelliere tedesco era passata proprio grazie ai voti dell’Afd. Quella approvata il 29 giugno era una mozione, non vincolante, che chiedeva all’allora governo guidato dal socialdemocratico Olaf Scholz di rafforzare i controlli alle frontiere, potenziare i respingimenti e concedere maggiori poteri alla polizia. Quel ponte con l’Afd, che nel frattempo i servizi segreti di Berlino hanno bollato esplicitamente come “partito estremista” e "minaccia all'ordine democratico", sarebbe rimasto un fatto isolato – al governo, la Cdu ci sarebbe andata con l’Spd –, ma era al tempo stesso un primo chiaro segnale del cambio di passo della Germania sui migranti.
Stop ai ricongiungimenti familiari
Ora il Bundestag ha approvato un disegno di legge – presente nel programma di governo della Cdu – che prevede la sospensione per due anni del ricongiungimento familiare per i richiedenti asilo con status di protezione sussidiaria, una forma di tutela internazionale riconosciuta a chi, pur non essendo rifugiato, rischia un grave danno se tornasse nel proprio Paese d'origine. La misura, fortemente voluta dall’ex cancelliera Angela Merkel, dello stesso partito di Merz, era stata introdotta per rispondere alla crisi dei profughi siriani del 2015. Al 31 marzo del 2025, erano circa 389 mila le persone con questi permessi di soggiorno in Germania, il Paese che nell’ultimo decennio ha accolto oltre un milione di rifugiati, soprattutto siriani e afghani, e altrettanti ucraini arrivati nel Paese dopo il febbraio del 2022.
"L'immigrazione in Germania deve avere dei limiti"
“La Germania rimane un Paese aperto al mondo – ha dichiarato il ministro degli Interni, Alexander Dobrindt – ma la capacità dei nostri sistemi sociali ha i suoi limiti, così come quella dei nostri sistemi educativi. Anche la capacità del nostro mercato immobiliare ha i suoi limiti” e “anche l'immigrazione in Germania deve avere dei limiti”. Ma il dato politico è che il provvedimento è passato anche con i voti (comunque non decisivi) dell’estrema destra dell’Afd.
Stop ai finanziamenti alle Ong
Ma lo stop ai ricongiungimenti familiari è solo l’ultimo tassello del cambio di passo della Germania, che così archivia – un passo alla volta – l’era Merkel. Mercoledì 25 giugno il ministero degli Esteri federale ha annunciato lo stop ai finanziamenti delle Ong che salvano i migranti in mare. Scelta che ha subito ricevuto il plauso del governo italiano (e non solo). “Il governo federale non prevede ulteriori aiuti finanziari per le organizzazioni non governative impegnate nel soccorso civile in mare", si legge in una dichiarazione del ministero degli Esteri federale. Questi fondi erano usati per coprire i costi del carburante, del personale, delle tasse di ormeggio, e permettevano così alle navi umanitarie di rimanere presenti nelle aree di soccorso.
Zero euro nel 2025
In totale, i finanziamenti per il 2024 ammontavano a circa due milioni di euro: nel 2025 questa voce sarà zero. Già nel 2023, quando non era ancora al governo, l’attuale capo della diplomazia tedesca, Johann Wadephul, aveva fortemente criticato le Ong, “organizzazioni di soccorso” che “consentono alle disumane bande di trafficanti di fare affari”, nonostante anni di indagini e inchieste – in Italia ma non solo – non hanno mai dimostrato la presunta collaborazione tra scafisti e salvataggi in mare.