Continua lo scontro a distanza con il presidente del Senato che ha chiesto, ironicamente, a chi è andato in Ungheria se avesse portato un fiore per i martiri del '56. Calenda: "Ritenta, io sono andato. Lezioni su anti autoritarismo da te anche no"

Lite tra Calenda e La Russa dopo il Pride di Budapest. Il leader di Azione: “Come fai a non buttare il busto di Mussolini?”

Il Pride di Budapest è stato una marea, hanno sfilato in quasi 200 mila per rivendicare il diritto di essere se stessi, contro divieti e autoritarismi. In quel muro umano a difesa della comunità Lgbqia+, la cui esistenza è sempre più minacciata anche in Europa, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha visto un'occasione persa, uno spiraglio per fare polemica e distogliere l'attenzione. "Chissà se qualcuno dei politici italiani presenti in questi giorni in Ungheria, asseritamente in difesa della libertà di espressione, si sarà ricordato di portare almeno un fiore ai martiri che nel 1956 diedero la vita per la libertà senza aggettivi contro i carri armati comunisti. Chissà", ha scritto sul suo profilo X.  "Caro Ignazio La Russa, ti è andata male", ha replicato il leader di Azione Carlo Calenda. "Sono andato a rendere omaggio al monumento ai martiri del '56 prima del Pride. Ritenta. Magari dopo che avrai buttato la statua di Mussolini. Lezioni su anti autoritarismo da te anche no".

 

Non si è fatta attendere la risposta del presidente del Senato, questa volta affidata alle storie Instagram: "Caro Calenda, sei davvero cosi egocentrico da non capire che il mio post non era scritto pensando a te (mi ero perfino dimenticato che anche tu eri andato in Ungheria) ma a chi non ha mai condannato i comunisti italiani che appoggiarono l'invasione sovietica a Budapest. Dovevi chiedere di accompagnarti - prima del pride - a chi era con te a manifestare tra giornalisti e tv. Ah dimenticavo: mai avute statue a casa mia. Tuo padre te ne ha lasciate? Tu le avresti buttate?". 

 

Calenda ha dunque ricordato a La Russa che il suo post originario si riferiva ai parlamentari, di cui dovrebbe parlare "con maggiore prudenza". "Mi chiedi se avrei buttato un busto di Mussolini regalo di mio padre", ha aggiunto, "io ti chiedo come non farlo dopo aver visitato il binario 21. Dopo essere entrato nei carri bestiame dove venivano accalcati dai fascisti agli ordini di Mussolini i bambini ebrei. Non lo comprendo". "Sì, ho alcune statue a casa: un uomo politico di epoca repubblicana romana, un Gemito di discreta bellezza. Nessuno sterminatore di ebrei". 

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