I commenti del segretario di Stato Usa sarebbero un "attacco" deliberato. È questo il punti di vista di Pechino sulle affermazioni di Marco Rubio, secondo cui il mondo “non dimenticherà mai” la sanguinosa repressione dei manifestanti di Piazza Tienanmen nel 1989, anche se la Repubblica Popolare “sta attivamente cercando di censurare i fatti”.
Le osservazioni “errate” di Rubio “distorcono maliziosamente i fatti storici, attaccano deliberatamente il sistema politico e il percorso di sviluppo della Cina e costituiscono una grave interferenza negli affari interni della Cina”, ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, davanti ai giornalisti. “La Cina esprime la sua profonda insoddisfazione e si oppone fermamente. Abbiamo inviato una solenne protesta alla parte americana”, ha aggiunto.
“Per quanto riguarda i disordini politici della fine degli anni '80, il governo cinese ha da tempo tratto conclusioni chiare. La strada del socialismo di tipo cinese è la scelta della storia e del popolo, (...) è pienamente sostenuta da tutto il popolo cinese e ampiamente riconosciuta dalla comunità internazionale. Seguiremo immancabilmente questa strada per promuovere il grande rinnovamento della nazione attraverso la modernizzazione in stile cinese”, ha chiosato Lin Jian.
Il 4 giugno 1989, dopo diverse settimane di dimostrazioni che chiedevano maggiori libertà politiche, le truppe e i carri armati dell'esercito cinese si abbatterono sui manifestanti che occupavano pacificamente Piazza Tienanmen a Pechino. Il bilancio esatto rimane sconosciuto, ma le vittime sono centinaia e alcune stime parlano di diverse migliaia di morti. Da allora, il Partito Comunista Cinese ha fatto ogni sforzo per cancellare ogni riferimento pubblico a questa repressione.