Mondo
15 luglio, 2025Dall'invadenza durante i festeggiamenti, al legame sempre più stretto con il presidente della Fifa Gianni Infantino, il nuovo Mondiale per club si è presto trasformato nel "Trofeo Trump". Ma non si può dire sia stato un successo
Prima di alzare la Coppa del mondo per club, il capitano del Chelsea Reece James ha lanciato uno sguardo a Donald Trump che sembrava dirgli: "Ma quindi resti qua? Anche mentre alziamo il trofeo?". Ancor più evidente è stato il disappunto di Cole Palmer, eletto miglior giocatore del torneo e impallato durante i festeggiamenti dal presidente americano che, da prassi, avrebbe dovuto consegnare il premio e lasciare il palchetto ai vincitori. E invece Trump è rimasto lì con loro, applaudendo con il sorriso sornione di chi già sapeva che la coppa che James stava sollevando con tanto entusiasmo era solo una replica. Quella vera, l'originale, è nello Studio ovale e lì resterà. Il presidente della Fifa Gianni Infantino l'aveva svelata per la prima volta in un evento tenutosi proprio nello Studio Ovale lo scorso marzo. Da allora il trofeo è rimasto nella stanza. "Mi hanno detto che posso tenerlo e ne hanno fatto uno nuovo, quindi resterà nello Studio Ovale", ha detto Trump in un’intervista con l’emittente ufficiale della competizione, Dazn, domenica 13 luglio.
Deve avergli fatto molto piacere, visto che quella per i riconoscimenti pubblici è una storica ossessione del presidente americano, che appena può non perde occasione per lamentarsi di non aver ricevuto il premio Nobel per la pace. Si consolerà con il Mondiale per club, simbolo di un legame, quello tra la Fifa e l'amministrazione americana, che ha contraddistinto la competizione appena conclusa e si è rafforzato in vista dei prossimi Mondiali 2026 in Canada, Messico e Stati Uniti.
Che l'intera operazione fosse una mossa più politica che sportiva è stato chiaro già dall'inizio del torneo, quando i giocatori della Juventus sono rimasti invischiati in una conferenza stampa in cui si parlava di bombardamenti in Iran. Una scena straniante, lo stesso effetto generato da una foto pubblicata sui social dal campione del Real Madrid Kylian Mbappé. Una girata al volo spettacolare, ma se si guarda meglio, aguzzando gli occhi sugli spalti che fanno da sfondo al gesto tecnico, ci si rende conto che il pubblico sembra essere stato aggiunto con un fotomontaggio. Quello degli stadi vuoti è stato un tema ricorrente durante il torneo. Gli spettatori sono stati meno del previsto e la Fifa ha dovuto far scendere di molto il prezzo dei biglietti per portare la gente allo stadio. In sole 72 ore, il costo di un posto per la semifinale è sceso da 473 a 13 dollari.
Ci ha messo una pezza l'Arabia Saudita, organizzatrice designata dei Mondiali 2034 e finanziatrice decisiva del Mondiale per club. Senza i fondi garantiti dalla compagnia petrolifera statale Aramco, main partner della Fifa, organizzare la competizione sarebbe stato più difficile. Uno sponsor che non è esattamente un esempio di sostenibilità, ma il peggio deve ancora arrivare, visto che, denunciano gli esperti, il Mondiale 2026 potrebbe essere il più inquinante di sempre.
E se il calcio rischia di essere un problema per i cambiamenti climatici, il clima è già oggi un serio problema per il calcio. Il caldo anomalo e alcuni eventi estremi sono stati un fattore decisivo in molte partite, gravando su giocatori arrivati alla fine di una stagione con calendari fittissimi. "La Fifa ha scelto di aumentare i suoi ricavi a spese del corpo e della salute dei giocatori", ha dichiarato il presidente del sindacato mondiale dei calciatori professionisti (FifPro) Sergio Marchi. Una voce critica che è stata subito marginalizzata da Infantino. FifPro è stato infatti escluso da un incontro sui diritti dei giocatori. "Questo modo di organizzare tornei", si legge in una nota pubblicata dal sindacato, "senza ascoltare la Federazione che rappresenta le associazioni dei calciatori professionisti nel mondo, è unilaterale, autoritario e basato unicamente su una logica di profitto economico, non su una sostenibilità umana". D'altronde, a cosa servono i calciatori, se alla fine la coppa se la tiene il presidente.
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