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17 luglio, 2025È il giudizio dei governatori dei Paesi membri al convegno Young Factor di Milano. “Lo stato di benessere all’interno dell’Unioneè un punto di forza, anche attrattiva per i giovani”
«Quello che mi ha colpito di tutti gli interventi è la convinzione che l’Europa è di fronte a una fase che deve saper cogliere. E c’è bisogno di ritrovare l’orgoglio di essere europei». Così la giornalista Maria Latella riassume l’incontro con i governatori di alcune delle banche nazionali di diversi Paesi europei, nel corso del convegno Young Factor che si è tenuto a Milano tra il 17 e il 19 giugno scorso. Organizzato da Osservatorio Permanente Giovani – di cui è presidente Andrea Ceccherini – e tenuto all’interno di Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana, è stata l’occasione per confrontarsi con una vasta platea di giovani provenienti da tutto il continente su temi cruciali come inflazione, costo della vita, ambiente, dazi, rapporti transoceanici e le guerre che stanno scuotendo il nostro mondo. Sul palco si sono avvicendati i capi delle banche nazionali di Italia, Portogallo, Francia, Germania e Paesi Bassi, ma c’era anche l’ex presidente della BCE Jean-Claude Trichet.
Tanti punti di vista differenti, ma con un punto in comune su cui Latella – che ha moderato le giornate di convegno – sottolinea a L’Espresso: «All’interno dell’Unione c’è un livello di benessere che altri Paesi sognano: c’è libertà di pensiero e di parola, grandi università, e un welfare che il resto del mondo ci invidia. Il governatore della Bundesbank Joachim Nagel – continua – si chiedeva per quale motivo da noi c’è una così scarsa consapevolezza delle potenzialità dell’Europa. Se una persona deve trasferirsi a Shangai o Parigi non penso che abbia dubbi. Il progetto europeo, nato per evitare quelle guerre che ci avevano dilaniato nella prima metà del Novecento, si è costruito spazi importanti».

Le sfide e gli attacchi al nostro modello di vita ci sono, soprattutto in questo momento di forte instabilità internazionale. Ma è proprio in simili frangenti – come ricordato anche da Mario Draghi nel suo rapporto sulla competitività, uscito proprio a luglio di un anno fa – che bisogna lavorare uniti. «Ci sono settori in cui siamo indietro – prosegue Maria Latella – come per esempio quello tecnologico. Ma, lo ha ricordato anche il governatore della Banque de France, François Villeroy de Galhau, che tutto può cambiare in pochissimi anni. Fondamentale è non piangersi addosso».
L’approccio con cui si affronteranno i prossimi anni sarà quindi un buon indicatore delle possibilità di successo. Anche per questo l’evento di Milano è stato importante, per parlare a tanti ragazzi perché non sottovalutino le capacità dell’Europa. «Ora però bisogna necessariamente ritrovare ottimismo e cominciare a mettere a frutto tutte le potenzialità che abbiamo», prosegue la moderatrice del convegno. E conclude citando un’inchiesta del Guardian secondo la quale circa 300 ricercatori americani hanno chiesto di trasferirsi a Marsiglia per studiare: «Se l’Europa si muove e si dà da fare può offrire una soluzione ideale agli accademici che vogliono trasferirsi qua. Così come nel dopoguerra tanti sono andati in Usa, ora ci potrebbe essere un percorso inverso».
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