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21 luglio, 2025Il giudice della Cassazione vaticana: "Non è cacciando un popolo che si pacifica una terra. Ciò che ho visto lì è una devastazione etica e materiale che scava dentro"
"C'è chi si è stracciato le vesti leggendo la parola genocidio usata da Francesco in un libro, ma a Gaza siamo oltre la follia, è all'opera il male più sfrenato e senza logica. L'uccisione di bambini in fila per un pugno di riso grida giustizia a Dio": il cardinale Augusto Paolo Lojudice, giudice della Cassazione vaticana, in un'intervista al quotidiano La Stampa, condanna gli incessanti attacchi di Israele contro la popolazione della Striscia.
Il cardinale, che per cinque anni è stato collega di Papa Prevost in Curia e arcivescovo di Siena e Montepulciano, in passato ha guidato una delegazione di vescovi in Terra Santa. "Ormai si è azzerata qualunque giustificazione geopolitica", afferma il cardinale. "Di fronte all'attuale escalation di nefandezze nessuno dice più che sia giusto che Israele si difenda. La strage degli innocenti grida vendetta al cielo. Non ci può più tirare indietro dal denunciarlo. Netanyahu non si ferma perché è un tiranno che persegue un cupo e sanguinario disegno di potere". E la comunità internazionale, sostiene, è sempre meno disposta a sostenere questa guerra: "A parte Trump, a cui interessa solo vendere armi, nessuno accetta più le sue auto-legittimazioni. Non c'è nulla di ragionevole in una carneficina, è la malvagità che prende campo e spazza via il senso di umanità". "Se non si ferma il tiranno - aggiunge - non se ne esce".
"Non è cacciando un popolo che si pacifica una terra", conclude Lojudice. "Lavorare insieme è l'unico strumento per tutelare gli innocenti. Ciò che ho visto in Terra Santa non è accettabile, è una devastazione etica e materiale che ti scava dentro e non dimentichi più. L'uso e il possesso di armamenti in grado di radere al suolo la 'casa comune' è un abominio per il quale arriverà il giudizio divino".
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