Mondo
23 luglio, 2025Non è la prima volta che gli Usa lasciano l'agenzia dell'Onu: era già successo sotto il primo mandato di Donald Trump e sotto Ronald Reagan
La Cina ha criticato l'abbandono degli Usa dall'Unesco, l'agenzia Onu famosa soprattutto per l'istituzione di un elenco di siti di eccezionale valore culturale o naturale, noto, appunto, come patrimonio mondiale dell'Unesco. "Questa è la terza volta che gli Usa si ritirano, non è il comportamento che un grande Paese responsabile dovrebbe avere", ha commentato il portavoce del ministero degli Esteri, Guo Jiakun. Pechino, ha aggiunto nel briefing quotidiano, "ha sempre sostenuto con decisione il lavoro dell'agenzia Onu".
Martedì, 22 luglio, Washington ha infatti annunciato che avrebbe lasciato l'agenzia dell'Onu dal dicembre 2026, sostenendo che fosse prevenuta nei confronti di Israele e che promuovesse cause "divisive".
Non è la prima volta che accade: era già successo una seconda volta sempre per volontà di Donald Trump, durante il suo primo mandato (decisione annullata da Joe Biden nel 2023), e per la prima volta nel 1984, sotto Ronald Reagan, anche lui repubblicano come Trump: gli Usa rientrarono nell'Unesco soltanto nel 2003, per volontà di George W. Bush.
Decisione che non stupisce, visto che da quando è entrato in carica, il 20 gennaio 2025, il tycoon ha subito messo in atto la sua intenzione di ritirare il Paese da diverse istituzioni multilaterali, tra cui l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e l'accordo di Parigi sul clima, da cui ha stabilito l'uscita con un ordine esecutivo firmato nel suo primo giorno in carica.
"Questa è già la terza volta che gli Stati Uniti si ritirano dall'Unesco e da tempo sono anche in arretrato con i pagamenti delle quote associative", ha aggiunto Guo Jiakun, invitando "tutti i Paesi perché riaffermino il rispettivo impegno per il multilateralismo insieme all'adozione di misure concrete per sostenere il sistema internazionale che ha le Nazioni Unite al suo centro".
L'Unesco è un'agenzia delle Nazioni Unite che ha come scopo quello di promuovere la cooperazione tra gli stati nell’ambito dell’istruzione, della scienza, della cultura, e della comunicazione, il cui principale finanziatore, finora, erano proprio gli Usa, con quasi 157 milioni di dollari. Il secondo, che dal 2027 passerà quindi a essere il primo, era la Cina, con 132 milioni di dollari.
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Il diritto alle vacanze - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 15 agosto, è disponibile in edicola e in app