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28 luglio, 2025Sono morti almeno 88 bambini e 147 persone in totale per gli effetti della crisi alimentare indotta dall'esercito israeliano. Per Madrid "è arrivata l'ora di agire, bisogna mettere in piedi lo Stato di Palestina"
Sotto la forte pressione internazionale, il governo israeliano ha annunciato lunedì 28 luglio la ripresa degli aiuti a Gaza e una tregua per permetterne la distribuzione. Ma la fame continua a uccidere: nelle ultime 24 ore 14 persone sarebbero morte per inedia, portando il bilancio ufficiale ad 147 decessi, 88 erano bambini. Lo ha riportato il ministero della Sanità di Gaza.
La catastrofe umanitaria generata dal blocco imposto dalle autorità di Tel Aviv ha un effetto di lunga durata sulla popolazione palestinese. Diverse associazioni umanitarie ed esponenti di governi europei parlano ormai apertamente di carestia. Il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite stima che quasi mezzo milione di persone nella Striscia si trova uno stato di "fame catastrofica", l'ultimo stadio e il più grave secondo la classificazione Onu sulla sicurezza alimentare.
"Non possiamo permettere che Israele abbia una sorta di diritto di veto sulla possibilità che i bambini di Gaza possano mangiare o no", ha dichiarato il il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares in un'intervista rilasciata all’emittente radiofonica spagnola Rne. "La vita o la morte dei palestinesi", ha aggiunto, "non può essere nelle mani di Israele". Allo stesso modo, secondo il ministro Tel Aviv non può avere l'ultima parola "sul diritto del popolo palestinese alla pace o sull'espansione degli insediamenti illegali in Cisgiordania". Albares ha inoltre annunciato che la Spagna invierà 12 tonnellate di alimenti a Gaza, per far fronte alla "carestia provocata dall’assedio israeliano". Dovrebbero arrivare nella Striscia il primo di agosto, in uno sforzo urgente per provare a salvare i "40 mila neonati che rischiano di morire nei prossimi giorni".
E se per il governo italiano i tempi non sono maturi per la nascita di uno Stato palestinese, per la Spagna (che lo ha già riconosciuto) è già tardi: "La comunità internazionale deve farsi sentire e agire subito per attuare la soluzione dei due Stati. Non si può aspettare domani". "Lo Stato di Israele esiste già e ne difendiamo l’esistenza", ha aggiunto il ministro Albares, "manca ancora lo Stato di Palestina, va costruito. È una questione di giustizia, ma anche di sicurezza e pace per tutto il Medio Oriente".
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