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8 luglio, 2025Secondo un'inchiesta di media europei, tra cui Le Monde ed El Pais, l'agenzia europea di controllo delle frontiere avrebbe passato dati personali di 13 mila persone. Anche di chi non c'entrava niente con la tratta di esseri umani, come gli attivisti delle Ong
Nuove ombre su Frontex, l’agenzia europea che aiuta gli Stati a monitorare i confini esterni dell’Ue, già finita al centro di diverse polemiche negli scorsi anni. Fino alle accuse di collaborare o compiere direttamente respingimenti di massa, in violazione delle norme dell’Unione europea e del diritto internazionale. Ora una nuova inchiesta condotta da una serie di media europei, tra cui Le Monde ed El Pais, dimostra come Frontex - tra il 2016 e il 2023 - abbia condiviso illegalmente dati e informazioni di oltre 13 mila persone con l’Europol che, a sua volta, le trasmetteva alle polizie dei singoli Stati.
Da statuto, l’agenzia europea dovrebbe trasmettere solo informazioni rilevanti o compromettenti. Invece, tra i dati condivisi ci sono stati anche numeri di telefono e altri contenuti pubblicati sui profili social di soggetti che Frontex ritiene essere coinvolte - ma qui il condizionale è d’obbligo - in attività che favoriscono l’immigrazione illegale. Il Garante europeo per la protezione dei dati ha invece stabilito che per quasi otto anni l’agenzia avrebbe passato tutte le informazioni in proprio possesso in modo indiscriminato. L’indagine del Garante europeo è iniziata nel 2022, con i risultati preliminari diffusi a maggio dell’anno successivo: così, quattro giorni dopo, Frontex ha smesso di condividere meccanicamente le informazioni in proprio possesso con l’Europol e ha iniziato a farlo solo su esplicita richiesta.
I dati e le informazioni condivide dall’agenzia di controllo frontiere con l’Europol venivano raccolti durante i colloqui con i migranti, una volta arrivati sul suolo europeo. Secondo quanto hanno scoperto Le Monde, El Pais e gli altri media che hanno lavorato all'inchiesta, in molti casi è stato sufficiente che un migrante nominasse una persona per essere sospettati di aver avuto un ruolo nella tratta. Ma spesso, a finire nei database di Frontex e, poi, dell’Europol sono stati attivisti totalmente estranei alle traversate. Come Helena Maleno, che, dopo essere stata accusata di tratta di essere umani e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, è stata assolta nel 2019. Durante il processo, il giudice ha citato informazioni contenute in alcuni rapporti di Frontex che erano stati condivisi con l’Europol e che, poi, erano arrivati alla polizia spagnola e infine a quella marocchina.
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