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9 luglio, 2025Il co-presidente di The Left, Schirdewan: "L'eredità che lascia continuerà mentre continuiamo la sua lotta per la revisione delle orribili politiche migratorie dell'Ue"
Carola Rackete ha annunciato le sue dimissioni da europarlamentare. A renderlo noto, il gruppo parlamentare The Left, che ha espresso la sua riconoscenza nei confronti dell'operato della capitana della Sea Watch: "Un sentito saluto all’eurodeputata di sinistra Carola Rackete, che annuncia oggi le sue dimissioni. Siamo orgogliosi del lavoro svolto insieme. La sinistra continuerà la sua lotta per l’azione per il clima e la revisione delle orribili politiche migratorie dell’Ue".
In una dichiarazione ufficiale, la stessa Rackete ha spiegato il motivo della scelta: "La mia candidatura e il mio mandato hanno sempre mirato a contribuire al rinnovamento del partito Die Linke, un processo che sta procedendo con successo. Come persona attiva nei movimenti sociali, io e il mio team abbiamo discusso fin dall’inizio di come dare forma collettivamente al mandato e questo spirito collettivo si sta ora concretizzando attraverso le mie dimissioni. Ringrazio tutti gli elettori e in particolare tutti i membri del partito che hanno riposto in me la loro fiducia".
"Carola è un'eroina per tantissime persone in tutta Europa e noi di The Left condividiamo profondamente questo sentimento", ha commentato il co-presidente del gruppo, Martin Schirdewan. "Come capitano della Sea Watch, ha visto in prima persona come le politiche migratorie europee portino migliaia di persone a morire inutilmente in mare ogni anno e, con Die Linke, ha deciso di fare qualcosa al riguardo. Siamo orgogliosi del lavoro svolto insieme a Carola qui al Parlamento. Qui a The Left, l'eredità che lascia continuerà mentre continuiamo la sua lotta per l'azione per il clima, i diritti dei lavoratori e la revisione delle orribili politiche migratorie dell'Ue", ha aggiunto.
L'attivista capitana dell'ong Sea Watch si era resa protagonista anche di una battaglia giudiziaria nel 2019 con l'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini: a giugno di quell'anno, Rackete aveva deciso di entrare in acque territoriali italiane e attraccare al porto di Lampedusa, nonostante il blocco del governo giallo-verde, e per questo era stata arrestata. Fermo che, però, anche la Cassazione aveva poi dichiarato illegittimo.
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