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11 agosto, 2025“Vi affido il suo popolo e i suoi bambini oppressi, che non hanno avuto il tempo di sognare e di vivere in sicurezza e in pace. I loro corpi puri furono schiacciati da migliaia di tonnellate di bombe e missili israeliani, fatti a pezzi e i loro resti furono sparsi sui muri"
I sei giornalisti di Al-Jazeera uccisi dall'esercito israeliano nelle ultime 48 ore non sarebbero morti a causa di un errore, ma in un "attacco mirato". Lo ha detto la stessa emittente, lo ha ammesso anche l’esercito di Tel Aviv. Fra la sei vittime, infatti, c'è anche uno dei volti più noti di Al-Jazeera, Anas al-Sharif, che i militari hanno ammesso di aver ammazzato in quanto "terrorista che si spacciava per giornalista".
"Questo attacco arriva nel mezzo delle conseguenze catastrofiche dell'assalto israeliano in corso a Gaza. L'ordine di assassinare Anas al-Sharif, uno dei giornalisti più coraggiosi di Gaza, e i suoi colleghi, è un tentativo disperato di mettere a tacere le voci che denunciano la presa imminente di Gaza e la sua occupazione", ha denunciato l’emittente in una nota.
Dal profilo X di Al-Sharif è stato riproposto un post, datato il 6 aprile, che è un vero e proprio testamento. Il giornalista percepiva la sua morte come imminente, anche perché era diventato un target della campagna d'odio di Israele: "Vi affido la Palestina, il gioiello della corona dei musulmani e il cuore pulsante di ogni persona libera in questo mondo. Vi affido il suo popolo e i suoi bambini oppressi, che non hanno avuto il tempo di sognare e di vivere in sicurezza e in pace. I loro corpi puri furono schiacciati da migliaia di tonnellate di bombe e missili israeliani, fatti a pezzi e i loro resti furono sparsi sui muri".
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