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27 agosto, 2025In 350 mila hanno manifestato per chiedere lo stop delle operazioni nella Striscia e il ritorno a casa degli ostaggi. Il premier e i ministri ospiti del Binyamin Regional Council. Macron: "Rioccupare Gaza aggraverà l'isolamento di Israele"
Non si fermano le proteste in Israele ma anzi aumentano ogni giorno d’intensità. Anche durante tutta la giornata di ieri — 26 agosto — migliaia di persone sono scese in piazza, a Tel Aviv e in altre città dello Stato ebraico, per chiedere al governo di Benjamin Netanyahu la fine delle operazioni militari a Gaza e il ritorno a casa degli ostaggi. Erano 350 mila: qualcuno ha bloccato l’autostrada che dalla capitale porta a Gerusalemme, qualcun altro bruciato pneumatici, altri ancora scandito slogan contro il premier e contro i ministri dell’ultradestra religiosa Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir.
Nessun passo indietro di Netanyahu
Ma Netanyahu appare sordo al rumore delle piazze e tira dritto sul piano di occupazione di Gaza City. E non è bastato neanche lo sdegno, in Israele e all’estero, per l’ennesimo raid su un ospedale — quello sul Nasser di Khan Younis, che ha ucciso oltre 20 persone tra cui altri cinque giornalisti, che si sono aggiunti alla già lunga lista dei cronisti morti nella guerra per loro più letale di sempre. Solo nella giornata di ieri, poi, a gaza sono morti 75 palestinesi, di cui 17 in fila per ricevere cibo e aiuti umanitari.
A cena con i coloni
Ieri sera l’atteso gabinetto di guerra che avrebbe dovuto discutere della bozza di tregua di 60 giorni accettata da Hamas si è risolto in un nulla di fatto ed è terminato in anticipo perché il premier e i ministri erano attesi a una cena di gala del Binyamin Regional Council, il punto di riferimento dei coloni in Cisgiordania, coinvolto nel progetto E1 — il nuovo insediamento approvato pochi giorni fa che dividerà in due la West Bank. Anche qui, i membri del governo hanno trovato contestazioni.
La lettera di Macron
Le proteste interne si sommano a quelle provenienti da fuori i confini dello Stato ebraico. Il presidente francese Emmanuel Macron ha inviato una lettera a Netanyahu criticando duramente il piano israeliano di occupazione di Gaza City, che non farà altro che rafforzare chi usa l’occupazione “come pretesto per l’antisemitismo”. La Francia, ha scritto Macron, "non può rassegnarsi a vedere un amico come Israele sprofondare in una spirale di violenza contraria alla sua storia, alle sue origini e alla sua essenza democratica, voltando le spalle all'opportunità che la storia offre oggi. Non può giustificare Israele per le politiche che sta conducendo oggi a Gaza e nei Territori palestinesi”.
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