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11 settembre, 2025Il presidente degli Stati Uniti aveva chiesto la scarcerazione per 1.400 "ostaggi". È comunque il più grande gruppo graziato dal leader bielorusso, stretto alleato di Putin
Nella mattinata di oggi, giovedì 11 settembre, un portavoce dell’ambasciata statunitense a Vilnius ha comunicato il rilascio di 52 prigionieri di varie nazionalità da parte della Bielorussia, in seguito ad una negoziazione mediata dagli Stati Uniti. I prigionieri sarebbero ora in viaggio verso la Lituania, accompagnati dalla delegazione statunitense.
In precedenza, il presidente americano Donald Trump aveva chiesto al suo omologo Aleksandr Lukashenko il rilascio di circa 1.400 detenuti definiti dallo stesso Trump “ostaggi”, un numero molto superiore rispetto a quello effettivo. Tra i detenuti liberati, 14 proverrebbero da Lituania, Lettonia, Polonia, Francia, Gran Bretagna e Germania. Nonostante il numero esiguo, si tratta del più grande gruppo di prigionieri finora graziati da Lukashenko, che sta cercando di ricucire i rapporti con gli Stati Uniti dopo anni di sanzioni e isolamento internazionale.
Ciononostante, secondo l'organizzazione per i diritti umani Viasna, in Bielorussia sono ancora circa 1.400 i prigionieri politici incarcerati. Con un post su X, il presidente lituano Gitanas Nausėda ha ringraziato Trump “per i suoi continui sforzi per liberare i prigionieri politici.” “52 sono tanti. Tantissimi. Eppure, più di 1.000 prigionieri politici sono ancora nelle carceri bielorusse e non possiamo fermarci finché non vedranno la libertà!”, ha affermato Nausėda.
Intanto, l’agenzia di stampa bielorussa Belta riporta timidi segnali di avvicinamento tra i due presidenti, con Trump che, attraverso il suo inviato John Coale, ha intenzione di riaprire l’ambasciata statunitense a Minsk e normalizzare quindi i rapporti con l’ex Stato sovietico.
“Se Donald insiste nel dire che è pronto ad accogliere tutti questi prigionieri rilasciati, Dio lo benedica, cerchiamo di elaborare un accordo globale, come piace dire al signor Trump, un grande accordo", ha detto Lukashenko in seguito ad una lettera del presidente firmata “Donald” e consegnata da Coale in un incontro tenutosi a Minsk.
Lukashenko, da oltre trent’anni alla guida della Bielorussia, rimane uno strettissimo alleato del presidente russo Vladimir Putin. Lo stesso territorio del paese era stato utilizzato da Putin per l’invasione dell’Ucraina del 2022, sebbene l’esercito bielorusso non abbia mai preso parte al conflitto.
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