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17 settembre, 2025Il premier spagnolo Sánchez aveva chiesto che “fino a che non avrà fine la barbarie, né Russia né Israele devono essere presenti ad alcuna competizione internazionale”
Il tema dell’esclusione dei team e degli atleti israeliani dalle competizioni non è solo una questione sportiva ma fortemente politica. E mentre da più parti si alzano gli appelli affinché a Israele si riservi lo stesso trattamento della Russia deciso all’indomani dell’invasione dell’Ucraina nel 2022, il Comitato olimpico internazionale (Cio) ha respinto la richiesta di esclusione fatta qualche giorno fa dal premier spagnolo, Pedro Sánchez.
In un comunicato ripreso dall'agenzia Efe, il Cio ha affermato che "sia il comitato olimpico internazionale di Israele sia quello della Palestina sono riconosciuti dal Cio e hanno gli stessi diritti. Entrambi rispettano la Carta Olimpica”. L'organismo ha inoltre sottolineato che gli atleti israeliano e palestinesi "hanno convissuto in pace durante i passati Giochi Olimpici di Parigi", nel villaggio olimpico. L'organizzazione mantiene per ora le sanzioni agli atleti di Russia e Bielorussia, che non hanno potuto partecipare alle Olimpiadi di Parigi in rappresentanza dei rispettivi Paesi e che lo hanno fatto con la sigla Ain (Atleti individuali neutrali) a causa dell'invasione russa in Ucraina e per gli scandali di doping.
Lunedì 15 settembre Sánchez aveva chiesto che, “fino a che non avrà fine la barbarie, né Russia né Israele devono essere presenti ad alcuna competizione internazionale”. Le organizzazioni sportive, ha aggiunto il premier spagnolo, “devono chiedersi se è etico che Israele continui a partecipare alle competizioni internazionali. Perché si è espulsa la Russia e non si prendono ora misure per Israele?”.
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