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17 settembre, 2025Continua l'escalation militare in quella che era la città più popolosa della Striscia. Netanyahu: "Ipocrita chi ci critica". Lo scetticismo dell'Italia sulle misure che oggi dovrebbe presentare la Commissione europea
I primi effetti del salto di qualità dell’escalation israeliana a Gaza, con i carri armati entrati a Gaza City, si vedono nel numero di palestinesi costretti a fuggire. Secondo le stime dell’Idf, sono 400mila le persone che finora hanno evacuato la più grande città della Striscia dove nelle ultime settimane si è concentrata l’offensiva di Tel Aviv. Anche poter fuggire è diventato, a Gaza, ormai un privilegio. Con i passaggi verso la zona umanitaria di Al Mawasi che, come confermato dalle tante testimonianze raccolte dai (pochi) giornalisti sul posto, hanno un prezzo compreso tra i mille e i 1.500 dollari. Il bilancio dei morti di ieri 16 settembre, poi, ha superato quota cento. E da stamattina sono almeno 12 le vittime, con i raid israeliani che hanno preso di mira anche l’ospedale pediatrico Al-Rantisi.
La distruzione e le sempre più intense proteste internazionali non hanno smosso Benjamin Netanyahu che, parlando alla stampa, ha bollato come “ipocrita” chi “condanna Israele” e ha elogiato il suo grande sponsor, gli Stati Uniti: “Il presidente Trump mi ha invitato alla Casa Bianca fra due settimane” per la terza visita ufficiale dall’inizio del secondo mandato del tycoon. Poi ha definito “giustificato” l’attacco al Qatar perché “legato ad Hamas. Ha dato rifugio ad Hamas. Ha finanziato Hamas. Ha a disposizione diverse leve, ma ha deciso di non usarle”.
Intanto, dopo mesi di mancate prese di posizioni, anche la Commissione europea sembrerebbe pronta a presentare oggi un primo pacchetto di sanzioni e una sospensione parziale delle concessioni commerciali dell’accordo di associazione con Israele (nel 2024, gli scambi commerciali tra Bruxelles e Tel Aviv hanno registrato un valore di oltre 42 miliardi di euro). “Un segnale chiaro che l’Ue esige la fine di questa situazione”, ha sostenuto l’Alta rappresentante Ue Kaja Kallas.
Se il via libera dei commissari sembrerebbe essere più che probabile, cosa diversa è quello dei 27 Stati Ue. Tra i Paesi più scettici c’è l’Italia. Ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani, pur ribadendo che il governo “è contrario all’offensiva su Gaza per i rischi che corre la popolazione civile”, ha sottolineato come “alcune (misure) potrebbero essere accolte, altre no”.
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