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17 settembre, 2025Analisi di laboratorio indipendenti avrebbero confermato la morte per avvelenamento. Le autorità russe respingono le accuse
La vedova di Alexei Navalny, l’oppositore più popolare e carismatico del regime di Putin morto in una colonia penale in Siberia il 16 febbraio 2024, denuncia sui social che il marito "è stato avvelenato". Nel febbraio 2024, Julija Naval'naja era riuscita a entrare in possesso dei campioni biologici di Alexei e a trasferirli all'estero presso laboratori di Paesi occidentali. “Siamo riusciti a trasferire all'estero i referti biologici di Alexei. Laboratori di due paesi diversi hanno condotto delle analisi” e “indipendentemente l'uno dall'altro, hanno concluso che Alexei è stato avvelenato. Questi risultati sono di pubblica importanza e devono essere pubblicati. Meritiamo tutti di sapere la verità” ha affermato con un post su X. Non è stato specificato, tuttavia, quale veleno sia stato trovato nel corso delle analisi di laboratorio.
Ufficialmente, secondo le autorità russe, Navalny sarebbe morto per “una combinazione di malattie". Ricostruzione respinta duramente dalla vedova dell’oppositore, che ha ripetutamente accusato il Cremlino di averlo ucciso. Già nel 2020, Navalny era rimasto vittima di avvelenamento da novichok, un potente agente nervino usato in precedenza contro altri oppositori del regime di Putin. Era stato poi curato in Germania ma aveva scelto ugualmente di tornare in Russia, venendo poi arrestato.
In seguito alla morte dell’attivista, le agenzie di intelligence statunitensi, così come riportato dall’Associated Press e dal Wall Street journal, avevano stabilito che dietro la morte di Navalny era inverosimile che ci fosse la mano di Putin stesso. L'ex presidente statunitense Joe Biden aveva accusato Putin di essere il responsabile ultimo, ma non di aver ordinato direttamente l'accaduto.
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