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18 settembre, 2025L'imbarcazione trasportava principalmente sudanesi in fuga da un Paese che dal 2023 vive una situazione umanitaria catastrofica a causa della guerra civile
L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) informa di un altro naufragio avvenuto domenica 13 settembre al largo delle coste libiche. L’imbarcazione, che trasportava 74 persone, principalmente migranti sudanesi, si sarebbe capovolta a largo della città di Tobruk, nella Libia nordorientale. L’Unhcr ha dichiarato che solo 13 persone sono sopravvissute, mentre 61 risultano disperse.
La tragedia di Tobruk è l’ennesimo disastro che vede coinvolti migranti provenienti dal Sudan, un Paese che dal 2023 vive una situazione umanitaria catastrofica a causa della guerra civile combattuta tra l’esercito sudanese e le forze paramilitari Rapid Support Forces (Rsf). Solo pochi giorni prima, L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) aveva riportato che almeno 50 persone erano morte dopo che un'imbarcazione con a bordo 75 rifugiati sudanesi aveva preso fuoco sempre al largo delle coste libiche.
Sono più di 140 mila i sudanesi che negli ultimi due anni sono arrivati in Libia per tentare di raggiungere le coste europee. Secondo quanto riportato dall’Oim, a febbraio 2025 in Libia risiedevano circa 867.055 migranti di 44 nazionalità. Ciononostante, il Paese nordafricano resta uno dei luoghi più pericolosi per i migranti. Teatro di violenze, le persone che cercano di imbarcarsi per l’Europa restano troppo spesso vittime dei trafficanti di esseri umani, milizie, gruppi armati e delle stesse forze di sicurezza libiche nei centri di detenzione. Le ong internazionali denunciano torture, maltrattamenti e violenze sessuali sistematiche a danno dei migranti, oltre che l’impunità per chi le compie.
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