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17 settembre, 2025L'Organizzazione internazionale per le migrazioni "è profondamente addolorata per la tragica perdita di vite umane causata dall'incendio di un'imbarcazione con a bordo 75 rifugiati sudanesi"
Cinquanta migranti sono morti a causa di un incendio che si è sviluppato su un’imbarcazione a largo delle coste della Libia. L’annuncio è arrivato dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), che si dice “profondamente addolorata per la tragica perdita di vite umane causata dall'incendio di un'imbarcazione con a bordo 75 rifugiati sudanesi al largo delle coste libiche il 14 settembre”. “Almeno 50 persone hanno perso la vita” nella tragedia, scrive l’Oim sui social, aggiungendo: “È necessario un intervento urgente per porre fine a simili tragedie in mare”.
L’evento più recente non fa altro che confermare quanto numeri e ricerche sostengono da tempo, e cioè che il Mediterraneo sia uno dei più grandi cimiteri a cielo aperto del mondo. Sempre secondo l’Oim, nel suo ultimo aggiornamento pubblicato su X, sono almeno 456 le persone morte e 420 quelle che risultano disperse sulla rotta del Mediterraneo centrale dall’inizio dell’anno fino al 13 settembre. Nello stesso periodo, precisa l'agenzia dell'Onu, i migranti intercettati in mare e riportati in Libia sono stati 17.402, di cui 15.555 uomini, 1.316 donne, 586 minori e 145 di cui non si conoscono i dati di genere. Lo scorso anno sono stati oltre mille — 1.011, per la precisione — i migranti che hanno perso la vita in mare mentre cercavano di raggiungere le coste europee.
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