Mondo
22 settembre, 2025Macron guiderà a New York, insieme all'Arabia Saudita, l'Assemblea che discuterà anche del riconoscimento di uno Stato palestinese a cui aderiranno dieci Paesi. Germania e Italia ancora contrari
Dalle parole ai fatti, si accelera sul riconoscimento dello Stato di Palestina. Dopo l’annuncio di ieri — 21 settembre — di Regno Unito, Canada, Australia e Portogallo, oggi durante l'Assemblea Onu co-presieduta da Francia e Arabia Saudita dovrebbe essere il giorno dell'ufficializzazione della proposta a cui, oltre a Parigi, Londra, Ottawa, Canberra e Lisbona, aderiscono anche Belgio, Andorra, Lussemburgo, Malta e San Marino.
Le parole di Starmer
“Chiediamo nuovamente al governo israeliano di revocare le inaccettabili restrizioni al confine, di porre fine a queste tattiche crudeli e di consentire l’afflusso di aiuti — ha detto il premier britannico Keir Starmer annunciando la svolta decisa dal proprio Paese —. Insieme alle azioni di Hamas, che deve rilasciare immediatamente gli ostaggi, che continueremo a sanzionare e che non avrà più alcun ruolo in Medio Oriente, il governo israeliano sta intensificando il conflitto e la speranza di una soluzione a due Stati sta svanendo. Ma non possiamo permettere che quella luce si spenga”.
La reazione israeliana
Le scelte della cancellerie occidentali ha scatenato — ancora — l’ira di Israele., che "respinge categoricamente la dichiarazione unilaterale di riconoscimento di uno Stato palestinese fatta dal Regno Unito e da alcuni altri paesi — ha scritto su X Oren Marmorstein, portavoce del ministero degli Esteri israeliano —. Questa dichiarazione non promuove la pace, ma al contrario destabilizza ulteriormente la regione e compromette le possibilità di raggiungere una soluzione pacifica in futuro”. Il portavoce del ministero degli Esteri se la prende anche con l’Autorità nazionale palestinese, l’entità candidata a governare un futuro Stato palestinese. “L’Anp non ha rispettato nessuno dei suoi obblighi — ha attaccato Marmorstein —. Non ha fermato né l'incitamento, né la politica del 'pagare per uccidere', né ha adottato le misure necessarie per combattere il terrorismo, come dimostrato di recente con la scoperta di razzi e missili vicino a Ramallah la scorsa settimana. L'Autorità Nazionale Palestinese è parte del problema e non della soluzione”.
Usa: "Il riconoscimento della Palestina è una mossa di facciata"
Per gli Stati Uniti — che qualche giorno fa sono stati tra i pochi Paesi, assieme a Israele, a votare contro la risoluzione dell’Assemblea Onu sulla soluzione dei “due Stati” — il riconoscimento della Palestina è “una mossa di facciata”. “Continuiamo a privilegiare una diplomazia seria piuttosto che mosse di facciata — ha dichiarato un portavoce del dipartimento di Stato, citato dall’Afp —. Le nostre priorità sono chiare: la liberazione degli ostaggi, la sicurezza di Israele, nonché la pace e la prosperità per tutta la regione, che non possono essere garantite finché esiste Hamas”.
Il no di Germania e Italia
Per ora, nonostante alcune apparenti aperture, la Germania si sfila. “Il riconoscimento di uno Stato palestinese — ha dichiarato il ministro degli Esteri tedesco, Johann Wadephul — è più che altro la conclusione del processo. Ma tale processo”, quello di una soluzione negoziata a due Stati, “deve iniziare ora”. E il governo italiano, come ribadito più volte da diversi esponenti di governo a partire dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, per ora non intende seguire Francia, Regno Unito e gli altri Paesi e, pur spingendo per una soluzione a due Stati, ritiene che i tempi siano ancora acerbi per il riconoscimento della Palestina.
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Heil Putin - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 19 settembre, è disponibile in edicola e in app