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5 settembre, 2025“Ha parlato a suo nome. Queste definizioni sono di competenza dei tribunali”
Dopo le dichiarazioni di ieri (4 settembre) di Teresa Ribera, vicepresidente della Commissione Ue, che ha parlato di genocidio a Gaza e di fallimento dell’Unione europea, la stessa Commissione ha sottolineato come l’espressione usata per la prima volta da un membro di spicco dell’istituzione comunitaria non appartenga alla posizione della Commissione intesa nel suo complesso. “La vicepresidente ha parlato a suo nome - ha detto Paula Pinho, portavoce dell’esecutivo - e non spetta alla Commissione giudicare su questa definizione. Peraltro - ha concluso - su questo specifico argomento non c’è stata alcuna decisione del Collegio".
Sulla questione è intervenuto anche il portavoce per gli Affari esteri della Commissione Anouar El Anouni che ha ribadito che “stabilire se siano stati commessi crimini internazionali, incluso il genocidio, è di competenza delle corti nazionali e internazionali. La qualificazione giuridica di tale atte richiede un’adeguata determinazione”.
Il tema dell’utilizzo del termine genocidio per indicare i crimini commessi a Gaza è già da alcuni mesi al centro delle discussioni della Commissione. A inizio agosto, una lettera di 1.400 funzionari dell’Ue alla presidente Ursula von der Leyen, per chiedere un intervento immediato su Israele (con sanzioni dirette e sospensione di ogni cooperazione), aveva portato la stessa Ribera ad affermare che “se quello che sta succedendo a Gaza non è genocidio, diciamo che somiglia molto alla definizione”.
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