Diamo i numeri. Parliamo di Facebook con il pallottoliere (se bastasse) alla mano. Ogni 20 minuti 1.484.000 eventi vengono condivisi, 2.716.000 di foto caricate, 1.323.000 di immagini taggate, 1.851.000 status aggiornati, 1.972.000 richieste di amicizia sono accettate. E, sempre nel tempo di un aperitivo, 2.716.000 messaggi vengono inviati mentre 10,2 milioni di commenti sono pubblicati assieme ad 1.587.000 di post in bacheca.
Provate a moltiplicare queste cifre per un'ora. Per un giorno. Per mesi. Per anni. Per spiegare questa mole di bite-information basti pensare alla "dedizione" che ognuno di noi (chi più chi meno) dedica alla creatura di Zuckerberg: quando si sveglia, il 48 per cento degli utenti tra i 18 ei 34 anni di età per prima cosa controlla il proprio account Facebook, e per il resto della giornata non se ne tiene alla larga considerato che mediamente tutti noi passiamo oltre 700 miliardi di minuti al mese a scorazzare tra 900 milioni fra pagine, gruppi ed eventi e i 30 miliardi (al mese) di link a notizie, blog, album fotografici, video e simili; il tutto con un unico diktat: "socializzare".
Ma i numeri della piattaforma sono da capogiro anche quando fotografano la sua diffusione. Con i suoi oltre 650 milioni di utenti attivi a conti fatti un terrestre su 13 è presente su Facebook. Negli USA la diffusione è quasi totalitaria, per dirla in cifre: 155 milioni di iscritti tra gli Internet user. Cifra che permette all'America di occupare una fetta pari al 23,6 per cento della torta degli utenti mondiali. Ma se lasciamo i confini a stelle e strisce troviamo il restante 70 per cento degli utilizzatori del che si incontrano nel "condominio virtuale" scrivendosi nelle 70 lingue diverse in cui è tradotto.
Così dall'Europa all'India passando per l'Indonesia Facebook non conosce crisi e dogane. Ma non dappertutto nel mondo questa onda di successo sembra aver attecchito. Ci sono regioni del pianeta in cui il più noto dei social network è poco diffuso. Se non assente.
A darne notizia, grafica, è stato l'artista Ian Wojtowicz che, incrociando i dati relativi alla connessione a Facebook ed utilizzando le immagini della Nasa, ha descritto in una mappa le parti della Terra (evidenziate in giallo nell'immagine) in cui il social è inattivo. E' così che si scopre che grandi aree come l'Africa del nord e gran parte dell'Asia (compresa la parte orientale della Russia) non sono cablate socialmente. Facile e sintetico decretarne le motivazioni: povertà e regimi repressivi.
Una motivazione diversa si può spendere per la Russia ed in particolar modo per la sua parte asiatica. Lì il re dei social network fatica ad ammaliare gli internauti perché gli utenti prediligono le prestazioni del locale Vkondake. Il social made in Russia fondato nel 2006 conta, infatti, più di 75 milioni di utenti tra gli 85 milioni di abitanti di Ucraina, Bielorussia e Russia. Fb resta al palo: solo 1,6 milioni di fruitori. Motivo? Oltre alla lingua, c'è anche una caratteristica della piattaforma russa: permette di condividere e scaricare liberamente musica e video. Paese che vai, Internet che trovi.