Siamo alle soglie della Terza rivoluzione industriale. Se imporremo alle compagnie lo scorporo delle attività di trasporto ed erogazione di elettricità e gas

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Il 19 settembre, la Commissione europea dovrebbe rendere di pubblico dominio una decisione controversa e lungamente attesa: quella di imporre alle compagnie del settore energetico lo scorporo delle attività di trasporto ed erogazione dalla produzione di elettricità e gas, con l'obiettivo di promuovere la liberalizzazione del mercato e di favorire una maggior concorrenza. Il principale oggetto del contendere riguarda l'accesso alle linee di trasporto dell'elettricità e ai gasdotti. A parere degli osservatori più critici, finché la proprietà delle reti di distribuzione resterà sotto il controllo delle mega società del settore, l'accesso sarà assai difficile per i nuovi operatori, col risultato di penalizzare la concorrenza, lasciando un potere monopolistico nelle mani di un ristretto numero di giganti del settore energetico.

Finora questo dibattito si è svolto tra i vertici della politica e un ristretto gruppo di produttori europei, mentre l'opinione pubblica sembra reagire per lo più con un'alzata di spalle o un collettivo sbadiglio. Sono in pochi a rendersi conto della rilevanza di questo problema per la vita di ciascuno di noi. Sarebbe davvero il caso di ripensarci: la posta in gioco è alta. E in particolare, la separazione della rete di erogazione dell'energia elettrica dalla proprietà degli impianti produttivi è una decisione di importanza cruciale. Il risultato del dibattito pubblico su questo tema potrebbe essere determinante per porre l'Unione europea alla testa delle potenze economiche della prima metà del XXI secolo, o al contrario per retrocederla al livello dei regimi politici al tramonto.

La realtà è che l'Unione europea si trova oggi alla soglie della Terza Rivoluzione Industriale. E lo scorporo della rete di erogazione dell'energia elettrica rappresenta il fattore chiave per rendere possibile il balzo in una nuova era economica. È un'affermazione che merita di essere meglio spiegata. Nella storia dell'umanità le grandi trasformazioni sono avvenute nei momenti in cui l'avvento di un nuovo regime energetico ha coinciso con un nuovo sistema di comunicazione. Una convergenza di questo tipo porta a una ristrutturazione totale della società. Ad esempio, agli albori dell'era moderna l'incontro tra la tecnologia delle macchine a vapore alimentate a carbone e quella della carta stampata ha dato vita alla prima rivoluzione industriale. I vecchi codici e le forme di comunicazione orale del passato non avrebbero consentito di organizzare i nuovi ritmi, l'impressionante aumento della velocità, la rete sempre più fitta delle interconnessioni tra le attività economiche rese possibili dalle nuove tecnologie meccaniche. Dalla fine del XIX secolo e fin verso il 1960, le comunicazioni ad alimentazione elettrica di prima generazione hanno coinciso con l'avvento del petrolio e dei motori a combustione interna: il telegrafo, il telefono, la radio, la tv, le macchine per scrivere elettriche, le calcolatrici, sono stati i meccanismi di comunicazione, di comando e di controllo per l'organizzazione e il marketing nella seconda rivoluzione industriale.

Gli anni Novanta hanno aperto la strada a una nuova, grande rivoluzione delle comunicazioni. È sorta la seconda generazione degli strumenti di comunicazione al alimentazione elettrica: il personal computer, Internet, il World wide web e le tecnologie di trasmissione senza fili, che hanno consentito di collegare alla velocità della luce, a livello del loro sistema nervoso centrale, oltre un miliardo di abitanti del nostro pianeta. Ma se è vero che le nuove tecnologie del software e delle comunicazioni hanno dato il via a un aumento della produttività in tutti i settori industriali, le loro potenzialità sono ancora lontane dall'essere del tutto realizzate. Il vero potenziale di questa rivoluzione tecnologica sta nella convergenza con le energie rinnovabili, in parte immagazzinabili sotto forma di idrogeno, per creare il primo regime energetico 'diffuso', aprendo così la strada alla terza rivoluzione industriale.

Saranno gli stessi principi del design e delle tecnologie intelligenti che hanno consentito la creazione di Internet, dando vita a reti di comunicazione globali a diffusione capillare, a informare la riconfigurazione della rete di erogazione elettrica mondiale. E ciò consentirà alla popolazione di contribuire alla produzione di energia rinnovabile e di instaurare un regime di scambi su un piano di parità, nel modo stesso in cui oggi si producono e si scambiano informazioni: si arriverà così una forma di gestione energetica innovativa e decentrata. È stato già avviato, negli Stati Uniti e in Europa, l'uso sperimentale di alcune 'intergrid', o reti interattive rudimentali, di cui descriverò il funzionamento.

Una rete interattiva intelligente è costituita da tre principali elementi. La cosiddetta minigrid consente a chiunque, dai titolari di utenze domestiche alle piccole e medie imprese, fino alle aziende di più grandi dimensioni, di produrre localmente energia rinnovabile dalle diverse fonti: fotovoltaica, eolica, idraulica, deiezioni animali, scorie agricole, rifiuti, eccetera; e di utilizzarla per le proprie esigenze al di fuori della rete di erogazione elettrica. Al tempo stesso, grazie alla tecnologia dei contatori intelligenti, il flusso energetico può avvenire in senso bidirezionale: in altri termini, i produttori locali potranno, di volta in volta, attingere corrente elettrica dalla rete distributiva principale o rivendere all'ente erogatore la propria produzione energetica. La 'smart grid technology', o tecnologia di rete intelligente, si basa su sensori e chip disseminati nell'intero sistema, in collegamento con tutte le utenze elettriche. Il software consente di disporre in ogni momento dei dati sui quantitativi di energia utilizzati in qualsiasi punto della rete, e la sua capacità di interconnessione può essere utilizzata per orientare e dosare i flussi di energia a seconda dei momenti di maggiore o minor consumo, così come per variare di volta in volta i prezzi dell'energia elettrica.

In futuro, le 'utility network' intelligenti potranno tener conto in tempo reale anche dei dati sulle variazioni della forza del vento, dell'energia solare, della temperatura, dotando la rete energetica della capacità di adeguare costantemente l'erogazione dell'energia elettrica alle condizioni meteorologiche da un lato, e alla domanda delle utenze dall'altro. Ad esempio, nei momenti in cui la rete rischierà il sovraccarico per un'impennata dei consumi, il software potrà ridurre di un ciclo il funzionamento delle lavabiancheria delle utenze domestiche, o abbassare di un grado l'aria condizionata; e i consumatori che avranno accettato questi piccoli interventi sui loro consumi saranno compensati con sconti sulle bollette. Dato che il costo reale della corrente elettrica erogata in rete varia nel corso della giornata, l'informazione continua, 'moment to moment', renderà possibile un adeguamento dinamico dei prezzi, consentendo agli utenti di regolare automaticamente i loro consumi nel modo più conveniente a seconda delle fluttuazioni. Dal canto loro, i produttori locali connessi alla minigrid avranno la possibilità di regolare automaticamente i tempi della rivendita dell'energia prodotta, o di interrompere il collegamento con la rete.

Oltre a dare agli utenti la possibilità di scegliere al meglio come regolare il proprio consumo energetico, l'intergrid intelligente consentirà un importante salto qualitativo nell'efficienza dell'erogazione della corrente elettrica. La progettata riconfigurazione dell'intera rete distributiva dell'Unione europea, per costruire nell'arco dei prossimi tre decenni, in parallelo con Internet, la nuova rete intergrid, con un investimento di oltre 750 miliardi di euro, creerà decine di migliaia di nuovi posti di lavoro, molti dei quali richiederanno la riqualificazione degli addetti nei settori dell'ingegneria energetica e delle tecnologie Ict (informazione e telecomunicazione).

Grazie alla completa integrazione di questa rete energetica intelligente su tutto il territorio europeo, gli Stati membri dell'Ue potranno non solo produrre energia per coprire il proprio fabbisogno, ma anche scambiarsi le rispettive eccedenze, in un sistema di rete che garantirà la sicurezza dei rifornimenti. Ad esempio, l'Italia potrà trasferire un surplus di energia solare al Regno Unito, che a sua volta riverserà le sue eccedenze di energia eolica sul Portogallo; e lo stesso processo potrà avvenire dal Portogallo alla Slovenia per l'energia idrica, dalla Slovenia alla Polonia per quella generata dalle scorie della gestione forestale, dalla Polonia alla Norvegia per le biomasse, e così via. Ogni qualvolta una data regione dell'Unione europea registrerà una temporanea eccedenza di energia rinnovabile, potrà riversarla sulle regioni in condizioni di stasi produttiva o di temporaneo deficit.

In altri termini, la terza rivoluzione industriale aprirà nuove possibilità per un'ampia ridistribuzione dell'energia, con conseguenze benefiche di immensa portata per la società. Oggi l'energia viene erogata dall'alto verso il basso, attraverso un'organizzazione centralizzata, divenuta ormai obsoleta. Nella nuova era tutte le componenti della società, dagli operatori economici agli enti locali e alle singole utenze domestiche, potranno essere al tempo stesso consumatori e produttori dell'energia di cui hanno bisogno, grazie alla tecnologia capillare e diffusa della 'distributed generation', come è stata definita nel mondo anglofono.

A questo punto torniamo al tema dell'imminente decisione sullo scorporo della rete di erogazione elettrica dall'attività produttiva delle società del settore energetico. La progettata rete interattiva, o intergrid, è in tutto simile a Internet, con una sola, grossa differenza: Internet non appartiene a nessuno. Il suo funzionamento è però regolato dagli Stati, che ne assicurano l'accesso universale. Allo stesso modo, una rete intelligente per l'erogazione dell'energia dovrebbe in teoria essere aperta e accessibile a tutti, per consentire sia ai fornitori che agli utenti di condividere l'energia con la stessa facilità con cui si scambiano le informazioni. Se la tecnologia di Internet fosse stata, a livello mondiale, proprietà di privati, le grandi rivoluzioni dell'informazione e della comunicazione degli anni Novanta e del primo decennio del XXI secolo sarebbero state sicuramente rallentate, se non bloccate.

La Commissaria per la concorrenza dell'Ue Neelie Koes propone di imporre alle aziende del settore energetico di vendere le loro reti distributive, per separare la produzione della corrente elettrica dalla sua erogazione. Alcuni commissari dell'Ue vorrebbero invece lasciare ai produttori la proprietà delle reti distributive, e suggeriscono di istituire un organismo di monitoraggio indipendente per evitare discriminazioni tra gli operatori. Altri, con un più chiaro riferimento all'analogia tra Internet e intergrid, propongono una soluzione del tutto innovativa: quella di sottoporre la progettata rete interattiva a un'autorità pubblica responsabile, a livello dell'Ue, di garantire quella trasparenza e universalità di accesso che per Internet sono ormai una realtà acquisita.

La convergenza tra la diffusione delle tecnologie della comunicazione e la distribuzione delle energie rinnovabili, attraverso una rete intelligente e accessibile, trasformerà infine in realtà lo slogan 'power to people' (power in inglese ha il duplice significato di energia e potere, ndt). Le nuove generazioni, che cresceranno in un mondo meno gerarchico e più aperto alle interconnessioni, percepiranno la possibilità di produrre e scambiare energia a seconda dei bisogni di ciascuno, nell'ambito di reti aperte all'accesso di tutti - così come oggi si producono e si scambiano informazioni - come una realtà ovvia e assolutamente naturale. Sarà lo scorporo della rete di erogazione elettrica a dare inizio alla terza rivoluzione industriale.

traduzione di Elisabetta Horvat