Al Qaeda non si batte per ideali specifici. Ma per arricchirsi rubando e uccidendo

image/jpg_2143690.jpg
Un giorno, in presenza dei giornalisti, il ministro francese degli Interni ha dichiarato: "Andiamo a terrorizzare i terroristi!". Bella formula, peccato sia improduttiva e impraticabile. Caratteristica precipua del terrorismo è agire camuffandosi e nascondendosi, seminando il terrore tra la popolazione, commettendo crimini che restano il più delle volte impuniti. In un certo senso, il terrorismo sfrutta la democrazia per perpetrare meglio i propri delitti.
Oggi la Francia (che ha ancora otto suoi concittadini in ostaggio in varie aree del mondo) ha creduto bene di dichiarare guerra aperta a chi prende civili in ostaggio e a chi li uccide. Al rapimento di due giovani francesi, avvenuto il 7 gennaio in un bar del Niger, ha fatto immediatamente seguito l'intervento dell'esercito francese che ha portato alla morte degli ostaggi e dei loro rapitori. Questa strategia è di dubbia efficacia: certo, i terroristi muoiono, ma altri li emulano da lì a poco, dato che prendere in ostaggio gli occidentali è diventato molto redditizio. Ne sanno qualcosa gli italiani. Tutti i governi hanno negoziato e pagato riscatti, ma non lo dicono apertamente, sottintendendo che lo fanno per non favorire altri rapimenti. Ormai si parla di milioni di euro, cifre non trascurabili. Naturalmente, tutte queste operazioni criminali sono mistificate da un discorso ideologico e coniugate in chiave religiosa. Che si parli di deserto algerino, il Sahel, o di paesi in guerra come Afghanistan e Pakistan, si tratta pur sempre di territori ormai aperti al traffico di sostanze stupefacenti e di armi, dove è frequente il rapimento di ostaggi del tutto estranei a ciò che accade in quelle regioni, ma che permette di intascare molti soldi.
Analogamente ai pirati che hanno iniziato ad assaltare le imbarcazioni che transitano al largo della Somalia, i terroristi di al Qaeda o del suo ramo magrebino Aqmi, non si battono per ideali o valori specifici. Entrano in azione al solo fine di arricchirsi rubando, ricattando, uccidendo. Esiste un'enorme differenza tra coloro che mettono una bomba in una moschea o in una chiesa, in Iraq come ad Alessandria (la guerra è contro i cristiani), e quanti effettuano rapimenti per poi chiedere il pagamento di un riscatto. In ogni caso, il risultato è identico: a morire sono persone innocenti e gli Stati continuano a essere impotenti di fronte a questi massacri.


Come contrastare questi episodi sempre più frequenti? Di sicuro, non è utile attaccare questi criminali in modo frontale. Ironicamente, a essere rapite sono persone che per salire a bordo di un aereo sono state perquisite in modo sistematico e talvolta esagerato. Si avrebbe quasi voglia di far presente ai poliziotti alle frontiere che i terroristi non percorrono strade normali. Negli ultimi dieci anni sono stati soltanto due o tre i terroristi arrestati in seguito a questo tipo di controlli e di ispezioni. Ma erano dilettanti... i veri terroristi si muovono in modo diverso. Operano seguendo una loro logica. Non fanno le cose a caso, non corrono quasi mai rischi, non hanno un regista che ne coordini l'operato dietro le quinte.
Il fatto è che ci sono gruppi di individui che scelgono di intraprendere la carriera di terroristi nello stesso modo in cui altri scelgono di impegnarsi nell'esercito o di diventare mercenari. Esistono molteplici "centrali terroristiche", come pure gruppi che si autoproclamano "imam" o capi di una fazione in guerra. Il giorno in cui gli americani e i loro alleati lasceranno l'Afghanistan scopriremo che dietro la guerra condotta contro i talebani e la loro ideologia oscurantista c'è prima di tutto un enorme traffico di oppio e di armi. Questa è una delle ragioni per le quali è indispensabile lasciare immediatamente quel Paese nel quale i russi - che non sono di certo dei soldati inetti - fecero fiasco.


Il terrorismo non esiste per caso. È nato dall'occupazione dell'Afghanistan e in seguito dell'Iraq. Responsabile del caos in Iraq è stata la politica disastrosa di George Bush. Barak Obama farebbe bene ad abbandonare quanto prima la trappola afgana. Per "terrorizzare i terroristi" si deve essere della loro stessa "genia", appartenere alla loro stirpe, avere il loro temperamento, aver abdicato ai valori della civiltà e dell'etica.
L'Italia è un Paese che ha molto sofferto per il terrorismo. Non quello islamico, ma quello politico. I dirigenti italiani sanno che per lottare contro terroristi come furono le Br, lo scontro frontale non dà i risultati auspicati. Altrettanto accade oggi con il terrorismo che si autodefinisce appartenente ad al Qaeda. Dietro questa "industria" della morte ci sono Stati che fanno il doppio gioco, uomini e interessi particolari. Soltanto con indagini complesse e condotte su più fronti un giorno si potrà riuscire a smantellare le organizzazioni criminali che si servono di un vessillo religioso per camuffare le loro identità e i loro interessi reali.
traduzione di Anna Bissanti