Dicono i sondaggi che vincerà Bersani. Ma poi avrà bisogno di Monti? Che pensa a un'alleanza con il Pd o a un polo alternativo alla sinistra? Tutto dipenderà dall'esito delle elezioni. Per questo stavolta la scelta di ognuno peserà
di Bruno Manfellotto
7 gennaio 2013
image/jpg_2133402.jpgE così, nonostante la paziente insistenza di Giorgio Napolitano perché il Parlamento ci desse una nuova legge elettorale, il 24-25 febbraio prossimi ci toccherà votare ancora una volta con l'aborrito Porcellum, che tutti i partiti dicevano di voler cambiare ma che alla fine, in nome delle reciproche convenienze, si sono tenuti ben stretto. L'ennesima brutta prova di una seconda Repubblica al tramonto. Comunque, legge porcata o no, la campagna elettorale sarà aspra assai (già se ne vedono gli esordi) e l'esito al quale porterà potrebbe consegnarci uno scenario politico completamente diverso da quello conosciuto finora: 2013 anno zero, proprio così.
Il centrosinistra, dicono i sondaggi, agevolato da una destra senza più identità e sospinto dalla nuova ventata di partecipazione esaltata dalle primarie, può tornare a vincere e a conquistare la guida del governo. Sarebbe la terza volta in vent'anni, ma la prima in cui tenta di farlo presentandosi agli elettori con un alleato di sinistra e non di centro, come avvenne le altre due volte (Dini, Mastella). In quanto all'avversario di sempre, Silvio Berlusconi, la sua stagione si può considerare definitivamente chiusa: il Cavaliere sarà della partita, ma si è dissolta la geniale alleanza tra sud e nord, tra postfascisti sdoganati, postdemocristiani sopportati e secessionisti un tanto al chilo che per un ventennio ha tenuto a bada il centrosinistra. Una piccola rivoluzione.
L'EXPLOIT DI BEPPE GRILLO , poi, anche se ridimensionato da un Berlusconi impegnato in una campagna elettorale sempre più populista, estremista e antieuropea, porterà in Parlamento un bel po' di facce nuove, ragazzi testimoni di un modo altro di fare politica. Il cui primo impegno sarà quello di contribuire all'elezione del capo dello Stato che raccoglierà l'eredità di Napolitano. Tutto cambia, anche il rituale più delicato della Repubblica.
Ma la vera novità del 2013 sarà un'altra ancora, la partecipazione di Mario Monti alla battaglia, la sua decisione di patrocinare - come ha scritto lui stesso - «una formazione politica diversa da quelle che hanno animato il ventennio della seconda Repubblica, un movimento che nasca dall'unione tra l'associazionismo civico, che testimonia della vitalità della società civile, e la politica più responsabile». Della contesa elettorale sarà certamente l'elemento caratterizzante. Può strappare a una destra in rotta voti di quell'elettorato moderato che aveva creduto alle promesse di Berlusconi e che ora se n'è ritratto inorridito; e può spezzare finalmente il bipolarismo all'italiana che per un ventennio ha ridotto la battaglia politica alla militanza pro o contro Berlusconi: ora c'è la destra, c'è la sinistra, c'è Beppe Grillo, c'è anche Monti.
E NON BASTA , perché stavolta, nonostante ciò che va dicendo Massimo D'Alema, lo scontro non sarà tra Monti e Berlusconi, ma tra Monti e Bersani. Che infatti non perdono occasione per marcare differenze, sottolineare diversità, denunciare lontananze. Monti per esempio, ha già detto da che parte non sta, cioè non sta con Berlusconi, ma se vorrà tener fede alla sua dichiarata "vocazione maggioritaria" dovrà via via distinguersi anche da Bersani. D'altronde, l'uno metterà l'altro di fronte alle sue contraddizioni.
Il centro di Monti, per esempio, è l'alleanza di chi intende difendere il sistema o di chi, libero da vincoli di partito e di apparato, spinge per vere riforme radicali? Finora non c'è riuscito. L'agenda di Bersani è più vicina a quella di Fassina o a quella di Enrico Letta? E Monti aspira a diventare il leader di un polo liberal democratico alternativo alla sinistra, o non dimenticherà la sua vocazione-missione a ispirare vaste maggioranze capaci di fare le riforme che tutti invocano da vent'anni e che nessuno ha fatto?
Molte domande, alle quali oggi non saprebbero forse rispondere nemmeno i diretti interessati perché condizionate dall'esito delle elezioni e dai rapporti di forza tra i contendenti. Anche per questo il 2013 sarà un anno importante e ogni nostro voto davvero decisivo. Alla faccia del porcellum.