Il nostro tradizionale appuntamento con le previsioni per l’annata enologica è molto diverso dal consueto. Le piogge di questa estate anomala renderanno anomalo anche il vino. Anche se, come vedremo, non tutto il male è venuto per nuocere.
TOSCANA Le precipitazioni hanno distrutto quasi tutto il raccolto, salvo i preziosi filari di Sassicaia e Brunello di Montalcino nei quali centinaia di operai stagionali, indossando una marsina simile a quella dei portieri d’albergo, hanno tenuto un ombrello aperto sopra ogni singolo grappolo, accompagnandolo fino alla maturazione. Seguite anche da un personal trainer e da uno psicologo, le uve pregiate di Toscana hanno potuto arrivare quasi indenni alla vendemmia. Ma le polemiche non sono mancate. I vigneron e i sommelier più radicali sostengono infatti che il vino deve riflettere fedelmente l’anima del terroir così come i mutamenti climatici. «Una vigna fradicia e piena di muffa - spiega Gherardo Ciompi, decano degli enologi tradizionalisti toscani - va rispettata e aiutata a produrre un vino che ne incarni lo stato d’animo. Quest’anno il mio rosso sarà indimenticabile, con aromi di straccio bagnato, pozzanghera e fanghiglia, e un inconfondibile retrogusto di zerbino dopo un temporale». I compratori russi, ad ogni buon conto, hanno già acquistato quasi tutta la produzione vinicola toscana del 2014 senza averla neanche assaggiata, ponendo come solo condizione che il prezzo sia molto alto.
FRANCIA Il Chateau Revelle, il Braudignac e il Rapalouse saranno prodotti in pochissime bottiglie perché il maltempo ha quasi azzerato la produzione, distruggendo interi vigneti e in qualche zona abbattendo anche le case, senza scampo per gli occupanti. Questo ha scatenato l’entusiasmo della grande enologia francese, che ha sempre considerato volgare produrre vino in grandi quantitativi, e saluta con gioia un’annata nella quale, finalmente, solo poche decine di bottiglie, dai mille euro in su, saranno a disposizione di un ristretto manipolo di fortunati intenditori. Quasi tutti russi, che hanno prenotato il fior da fiore del vino francese 2014 pagando in anticipo in contanti e lasciando grosse mance agli anziani aristocratici proprietari dei vigneti, dicendo loro «tenga pure, buon uomo».
ALTO ADIGE Nelle zone di montagna le forti piogge hanno dato vita al raro fenomeno dell’idrificazione: con le uve di quest’anno, dato l’irrilevante tasso zuccherino, si potrà produrre solo acqua minerale di buona qualità, appena torbida ma di accettabili caratteristiche organolettiche. I produttori non sono scontenti perché ultimamente le acque minerali costano più del vino, e dunque fiutano ottimi affari, specialmente con i compratori russi che in queste valli acquistano non solo il vino ma anche le cantine, i vignaioli e le loro mogli. Fa eccezione il conosciutissimo Kasthauser aromatico, un bianco profumatissimo il cui caratteristico bouquet di mela, menta, limone, malva, lampone, vaniglia, ribes e shampoo è al riparo da ogni sorpresa perché viene ottenuto, tradizionalmente, aggiungendo nelle botti un finissimo trito di mela, menta, limone, malva, lampone, vaniglia, ribes e shampoo.
BAROLO Il re dei vini non ha certo paura delle piogge, o delle uve andate in malora. Grazie a un capitolato antichissimo e molto severo, non c’è casa della zona che non abbia giacimenti di barolo nel giardino, botti interrate, bauli di barolo solidificato messi da parte dagli avi previdenti in vista delle annate grame. I produttori quest’anno venderanno Barolo del 1868-69-70, con l’apposita affettatrice in omaggio. I compratori russi, abituati a bere sul posto l’intera produzione prima ancora che venga imbottigliata, hanno minacciato di tornare anche l’anno prossimo.
FRANCIACORTA Niente vendemmia quest’anno in Franciacorta: i compratori russi hanno mangiato tutta l’uva già in agosto, direttamente dal tralcio, per farla fermentare nel loro stomaco.