Dopo le primarie liguri il Pd ha aperto una animata discussione interna, alla quale però partecipano anche esponenti di altri partiti, passanti, curiosi, turisti americani e intere scolaresche, in una festosa kermesse, tra lo scoppiettio dei pop corn e l’allegro vociare dei bambini. È il modello renziano del “partito della Nazione”, aperto a tutti. Non è più nelle mani delle vecchie consorterie di scuola Pci, che vorrebbero far votare alle primarie solo i probiviri, gli ex partigiani, gli ex combattenti della Guerra di Spagna, gli attori e le maestranze dei film neorealisti purché si presentino alle urne in bianco e nero. Ora, finalmente, il Pd è nelle mani di tutti: basta farsi avanti.
LE POLEMICHE «La partecipazione alle recenti primarie liguri di una carovana di Tuareg - spiega il presidente Orfini - è per noi ragione di orgoglio. Non si percorrono seimila chilometri a dorso di dromedario se non si è fortemente coinvolti in un processo democratico di vasta portata». Non convinti, i cofferatiani hanno chiesto che venga annullato almeno il voto dei dromedari, alcuni dei quali, secondo testimonianze dirette, avrebbero mangiato decine di schede di elettori di Cofferati, gradendole molto.
L’ANALISI Gli analisti politici si rivolgono quasi tutti la stessa domanda: «È possibile che gli elettori del Pd, nell’Italia di oggi, debbano scegliere tra la rendita di posizione di vecchi satrapi incanutiti, che hanno cominciato a fare politica con Turati e la Kuliscioff e non ne hanno indovinata mai una; e giovani avventurieri furbastri che quando vedono un operaio lo fotografano come ai safari in Botswana e pur di fare carriera sarebbero disposti a chiedere il voto anche alla vedova Kappler?». La risposta, sempre secondo gli analisti politici, è: sì, è possibile.
MEDIAZIONE C’è chi tenta comunque una mediazione tra vecchia guardia e nouvelle vague. È Bersani, inesausto tessitore di rapporti tra le due parti. Sta studiando, ad esempio, la possibilità di continuare a friggere le salamelle alla Festa dell’Unità, ma in tailleur e filo di perle come la Moretti. Di partecipare attivamente e senza pregiudizi ai brain storming della Leopolda, però parlando in dialetto stretto e mandando a cagare Davide Serra quando dice che il lavoro è una opportunity. Di far votare alle primarie chiunque lo richieda, anche la famiglia Berlusconi al completo, a patto che sappia rispondere a una domanda di cultura generale: che cos’è il salario? a) un abitante della via Salaria; b) un piatto molto saporito; c) la bella cifretta, intorno ai mille euro, che si mette in tasca a fine mese un lavoratore dipendente.
VENETO Continua intanto nel Veneto, con grande successo, la campagna elettorale di Alessandra Moretti, accompagnata da un addetto stampa, un addetto all’immagine, un addetto alla comunicazione, un addetto all’agenda, un addetto alla logistica, un addetto alle scarpe e un addetto ai rapporti con gli addetti. Nel suo lungo tour Moretti ascolta volentieri tutte le istanze, le proteste, le domande degli elettori, ma risponde solo a gesti perché parlare potrebbe alterarne i lineamenti del volto.
PRESIDENZIALI Renzi insiste sulla sua linea: al Quirinale deve andare una personalità di alto profilo, in grado di avere il più largo consenso possibile. Per una volta concorde la minoranza del Pd, decisa a sostenere una personalità di alto profilo, in grado di avere il più largo consenso possibile. Per una personalità di alto profilo in grado eccetera si sono pronunciati anche Forza Italia, Nuovo Centro Destra, Sel e tutti i partiti presenti in Parlamento. Solo Matteo Salvini, coraggiosamente controcorrente, denuncia l’ipocrisia consociativa e dichiara che al Quirinale ci vorrebbe un emerito stronzo che stia sulle scatole a tutti e prenda al massimo due o tre voti.