Da giudice della Corte costituzionale Sergio Mattarella aveva bocciato il Porcellum. ?Cioè proprio ?la legge elettorale con cui si è formato il Parlamento che ?lo ha eletto. Una contraddizione che non può sfuggire a un giurista come lui

Non per guastare la festa a Sergio Mattarella: ma un giurista come lui converrà forse, sotto sotto, che la sua elezione è stata il frutto di un cumulo di paradossi e di contraddizioni davvero avvincenti.

1) A sceglierlo, di fatto, non è stato il Parlamento come prevede la Costituzione, ma il presidente del Consiglio: cioè l’ultimo che dovrebbe mettere bocca sul Quirinale, visto che è il capo dello Stato a nominare il capo del governo, e non viceversa.

2) Non per nulla la Costituzione stabilisce, in via preferenziale, che il presidente sia votato dai due terzi del Parlamento, ben oltre le contingenti maggioranze di governo, infatti i primi tre scrutini prevedono la maggioranza qualificata; e solo dalla quarta scatta l’opzione subordinata del 50% più uno. Norma aggirata dall’ordine del premier agli alleati del suo governo di votare scheda bianca nei primi tre round, facendo iniziare la partita dal quarto e addirittura minacciando i ministri dell’Ncd di cacciarli dal governo,con una confusione fra funzioni parlamentari ed esecutive da analfabeti cronici. Così a eleggere il capo dello Stato è stata la maggioranza di governo, con l’aggiunta dei delegati regionali (quasi tutti Pd), comunque inferiore a quella dei due terzi.

3) La Carta prevede anche il voto segreto. Ma i gruppi e clan dei mattarelliani hanno aggirato anche quello, segnando le schede con i soliti trucchetti da voto di scambio mafioso (“Mattarella”, “Mattarella S.”, “Mattarella Sergio”, “On. Mattarella”...) e con la gentile collaborazione di Laura Boldrini.

4) Tutto ciò sarebbe quasi normale se almeno la maggioranza semplice fosse il legittimo risultato delle elezioni. Ma così non è: l’ha detto la Corte costituzionale nel dicembre 2013, quando ha cancellato il Porcellum con il suo mostruoso premio di maggioranza che ha regalato al centrosinistra - prima coalizione classificata - 148 seggi in più, sottraendoli agli altri partiti. E della Consulta che ha raso al suolo il Porcellum, padre naturale ma illegittimo di questo Parlamento, faceva parte proprio Mattarella, che ora è il figlio naturale e (quasi) legittimo di una legge che lui stesso ha bocciato.

5) Se la Consulta fosse intervenuta un anno prima, le elezioni del 2013 si sarebbero svolte con il Consultellum: proporzionale puro a preferenza unica. E il governo Renzi (Pd+Centro+Ncd) non avrebbe la maggioranza, anzi non sarebbe mai nato. E Mattarella sarebbe stato eletto con uno scarto risicatissimo: ai 665 che l’hanno votato bisognerebbe sottrarre i 148 “abusivi” del centrosinistra e aggiungere i 28 sottratti alla fu Scelta civica e una manciata dei 16 sfilati al fu Pdl (quelli che, nella scissione del 2013,avrebbero mollato Berlusconi per Alfano). Totale: non 665 su 1009, ma 540-545. Cioè una quarantina scarsa oltre il quorum di 505. Se però si calcola che i forzisti fittiani che han tradito l’ordine di scheda bianca e sono saltati in extremis sul carro del vincitore sono stimati fra i 40 e i 70, si può concludere che, senza il Porcellum, Mattarella non sarebbe diventato presidente: proprio come Napolitano nel 2006, quando però la Corte non aveva ancora cestinato il Porcellum.

OGGI NON STAREMMO qui a celebrare il capolavoro di Renzi, che anzi avrebbe subìto una storica legnata e se ne sarebbe già tornato a Rignano sull’Arno. Siccome però il ragazzo è tutt’altro che stupido, è ovvio che senza i numeri estrogenati del Porcellum non si sarebbe mai azzardato a imporre un presidente del Pd senza una maggioranza certa, cioè senza concordarlo né con FI né col M5S (che senza Porcellum avrebbe 92 parlamentari in più). Dunque avremmo al Quirinale un Amato votato da Pd&FI, o un Prodi eletto da Pd, Sel &M5S.

Ora, quando il Presidente riceverà l’Italicum, non avrà solo l’imbarazzo di firmare una legge molto simile a quella cassata un anno fa. Ma anche quello di archiviare un ventennio segnato da una legge elettorale scritta da lui (Mattarellum), da una bocciata anche da lui e poi usata indirettamente da lui (Porcellum) e da una scritta anche da lui (Consultellum). E magari scapperà da ridere persino a lui.