Marito e moglie che salvano 3000 profughi con ?la loro barca. Giovani volontari in un museo a Casal di Principe. L’Italia non è solo malapolitica
26 giugno 2015
Quando osservi il tuo paese da lontano tutto ti sembra drammatico. Le notizie che arrivano spesso non lasciano margini di speranza, perché non intravedi un cambiamento vero. Quasi ovunque le ultime elezioni non sono state altro che un braccio di ferro tra pacchetti di voti predefiniti, che più o meno pubblicamente si sono promessi future alleanze o si sono voltati le spalle per correre da chi garantiva maggiori spazi. Nulla di nuovo, ma tanto più evidente a causa dell’elevatissima percentuale di astensionismo. Il voto di opinione, salvo che per il Movimento 5 Stelle, non esiste praticamente più. Non venissero quindi a dirci, come ha fatto Berlusconi per anni, che la volontà popolare rispecchia i risultati politici, perché è una bugia che oggi non regge. Sono gli accordi lo specchio dei risultati elettorali e la stanchezza di un elettorato che non si prende nemmeno più la pena di votare scheda bianca. Questa è una sconfitta talmente enorme che nessuna vittoria può controbilanciare. È un dato talmente drammatico che nessuna esultanza post elettorale dovrebbe più essere possibile. Ma solo la consapevolezza che vince chi non cambia, che vince la vecchia politica, quella radicata sul territorio e che ha avuto il tempo di poter fare promesse e talvolta anche di mantenerle (ma promesse più individuali che collettive, promesse ad personam più che da welfare state) quella che ha fallito su tutti i fronti, ma che mantiene feudi inespugnabili. Inespugnabili fino a che non arriverà qualcuno che davvero avrà voglia di scommettere sul nuovo. Per ora la rottamazione, da quelle regioni che più ne avrebbero avuto bisogno, è ancora lontana.
Questo lo scenario. Lo scenario macroscopico. Qui si inseriscono poi storie che vale la pena raccontare perché rappresentano la vera politica, quella che la maggior parte dei politici non fa, perché non conviene. O almeno non nel breve termine.
Due storie meridionali. Protagonisti della prima un americano e una calabrese, Christopher e Regina Catrambone. Regina l’ho conosciuta a Pompei lo scorso sabato dove ha tenuto un toccante discorso al “TEDxPompeii”.
Christopher e Regina fondano una Ong che chiamano Migrant offshore aid station (Moas), comprano un vascello di 40 metri, il Phoenix, e lo dotano delle più moderne attrezzature per il soccorso in mare tra cui droni e gommoni veloci con scafo rigido e salpano verso le acque internazionali per soccorrere migranti. Da agosto a ottobre del 2014 salvano tremila persone.
Ho stretto la mano a Regina, una donna piccina e semplice che sta facendo qualcosa di enorme per il nostro paese. «Non si può fare politica sui morti o sulle persone che stanno morendo. Si può solo cercare di salvarle», queste sue parole sono quelle politicamente più importanti che io abbia sentito negli ultimi tempi. La seconda storia mi riguarda personalmente. Domenica scorsa a Casal di Principe ho incontrato gli ambasciatori della rinascita. Sono volontari che lavorano a Casa don Diana in un museo che ha una storia incredibile. Si tratta di un bene confiscato al boss casalese Egidio Coppola detto “Brutus” e trasformato in una succursale degli Uffizi grazie al lavoro gratuito di architetti e maestranze locali. Un ragazzo giovanissimo mi ha fatto da guida appassionata attraverso tele di Luca Giordano e Mattia Preti. E poi due simboli della mia terra che lì acquistano nuovo senso. La “Mater Matuta” proveniente da Capua, dea del Mattino o dell’Aurora, protettrice della nascita degli uomini e, aggiungo, della rinascita della terra avvelenata. E il “Fate presto” di Andy Warhol, grido d’aiuto partito dalle pagine del “Mattino” dopo il terremoto del 1980 che lì, nella patria del cemento e nella terra dei clan che con la ricostruzione post terremoto hanno fatto il salto imprenditoriale, assume nuovo senso.
“Fate presto” a Casal di Principe vuol dire anche altro. Vuol dire venite qui, osservate questo progetto e riproducetelo ovunque. Perché è un’eccellenza e non solo se riferita al luogo in cui è nata, ma è un’eccellenza in senso assoluto. Fate presto, venite qui e capirete che solo da queste storie è possibile ripartire. Da queste storie che ci vengono in soccorso nei momenti di sconforto, quando pensiamo che nulla di ciò che ci circonda abbia senso. Fate presto, rendetevi conto che questa è la vera politica, quella che rende migliore la vita delle persone.