Opinioni
dicembre, 2018

Droga, un silenzio colpevole

Il consumo di eroina aumenta in modo drammatico. Ma il problema è ignorato dall’opinione pubblica e dal governo

Chi studia il mercato degli stupefacenti e le tossicodipendenze, sa bene che nel consumo di droghe esiste una ciclicità che può essere calcolata negli anni che impiegano le persone informate a dimenticare, a ritenere il problema risolto e che mai più si possa ripresentare. Dal 1990, per legge, in Italia dovrebbe tenersi ogni tre anni la Conferenza nazionale sulle droghe e le dipendenze; negli anni Ottanta e Novanta il consumo massiccio di droghe ha prodotto una vera e propria ecatombe, quindi pensare a una conferenza che ogni tre anni vedesse esperti seduti allo stesso tavolo a discutere su ciò che stava accadendo e a fare previsioni, era considerato un imperativo categorico, uno strumento essenziale per ridurre i danni. Badate bene, qui non si sta parlando di mafie, ma di salute pubblica, quindi di un argomento che riguarda tutti, nessuno escluso. Qui non vale il “ma figuriamoci, io non mi sono mai fatto nemmeno una canna” o “è roba da criminali”. Qui stiamo parlando di un fenomeno che continua ad avere proporzioni gigantesche, basti pensare che in Italia nel 2017 oltre 4 milioni di persone hanno fatto uso sporadico di droghe e oltre 500mila ne hanno fatto uso abituale. E sono ovviamente dati calcolati per estremo difetto, essendo illegali in Italia tutti i tipi di droghe.

Chi ha la mia età ricorderà bene il sacrosanto terrorismo psicologico che ci veniva fatto in famiglia e a scuola da bambini. Il mantra era: “non accettare caramelle dagli sconosciuti”. Crescendo, su questa frase ricordo che iniziammo anche a fare dell’ironia: conoscevamo come funzionava lo spaccio e sapevamo che la droga si vende, non si regala. Ma in verità oggi l’eroina è tornata a costare talmente poco, che chiunque potrebbe permettersi una dose, che oscilla tra i 2 e i 4 euro. Oggi il consumo di eroina è tornato a livelli assai preoccupanti e le vite spezzate, devastate, di tanti adolescenti dovrebbero farci riflettere su cosa i ragazzi oggi sanno delle droghe e sulla mancanza totale di un’informazione adeguata a scongiurare il ritorno al passato.

E dunque no, dobbiamo ammettere che siamo totalmente privi di anticorpi. Non si parla più (o quasi) di droghe, degli effetti dell’eroina e di come sia facile procurarsela, tanto che le nuove generazioni si avvicinano a questa sostanza esattamente come 40 anni fa accadeva agli adolescenti di allora con una significativa differenza, oggi più che iniettarsela l’eroina se la fumano. È evidente come un tema prioritario agli inizi degli anni Novanta, viene trattato come del tutto marginale oggi; è evidente che, se negli anni Novanta erano le famiglie italiane a chiedere ai governi di farsi carico di una dramma che riguardava tutti, oggi tutto congiura a farci ritenere il problema droghe una questione marginale, che riguarda sempre qualcun altro.

Come sempre, a dare aggiornamenti puntuali pensano le preziose rubriche di Radio Radicale, e in tema di droghe è fondamentale ascoltare il lunedì il notiziario antiproibizionista di Roberto Spagnoli. Che ci ha ricordato come la Conferenza nazionale sulle droghe e le dipendenze da dieci anni non venga organizzata. Il progressivo disinteresse da parte dei governi, della stampa e dell’opinione pubblica si legge nel modo in cui l’appuntamento è stato disatteso, procrastinato, poi perfino ignorato. La prima conferenza si è tenuta puntualmente nel 1993 e la seconda nel 1996, per la terza si è dovuto aspettare il 2000, per la quarta il 2005 e per la quinta e ultima il 2009.

A novembre il ministro Fontana ha scritto la presentazione alla Relazione annuale del governo in tema di tossicodipendenze, una relazione che fotografa una situazione gravissima senza fornire alcuna soluzione per il futuro. Il consumo di eroina è aumentato del 10% e questo dato drammatico viene presentato come fosse una tendenza del tutto naturale, cosa che naturalmente non è: è anzi il risultato di anni di disinformazione e di sottovalutazione del fenomeno. I ministeri della Famiglia e dell’Interno hanno stanziato 2 milioni e 200mila euro per ridurre le tossicodipendenze, speriamo vengano usati anche e soprattutto per fare informazione e prevenzione, perché abbiamo capito che la droga fa schifo, abbiamo capito che tutti gli spacciatori sono spacciatori di morte: la lezioncina la conosciamo. Possiamo ora, cortesemente, passare a fatti che non contemplino l’utilizzo di ruspe ma del cervello?

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