L’ultima evoluzione creata da Facebook trova l’opposizione degli Avatar. Si rifiutano di trasmettere agli utenti l’esperienza del piacere virtuale

Mark Zuckerberg sta mettendo a punto la strategia del metaverso, e successive evoluzioni. «Le relazioni umane sono il nostro scopo», ha detto a Johanna Sbrendall, conduttrice del popolarissimo Johanna Sbrendall Show, «e faremo di tutto per renderle migliori, più intense e più credibili. Io per esempio non vedo nessuno da dodici anni, ma conto al più presto, grazie agli sviluppi del metaverso, di ristabilire contatti con gli altri. Grazie al metaverso avremo l’impressione di stringere una mano, fare una passeggiata con il cane, fare due chiacchiere con il benzinaio. Non è straordinario?». «Ma per ristabilire contatti umani, non sarebbe più semplice uscire di casa?», ha replicato la Sbrendall, molto apprezzata dal pubblico americano per la sagacia delle sue domande. «Sì, sarebbe più semplice», ha risposto Zuckerberg, «ma io poi come guadagno?».

 

Il metaverso Per ora permette di inviare online un proprio avatar, per partecipare a riunioni di Ultima Generazione. Per esempio, una riunione aziendale per stabilire il prezzo dei fermagli da cartoleria, potrà svolgersi in un’atmosfera immersiva, una nuova dimensione sensoriale. Si tratterà sempre di una riunione sul prezzo dei fermagli da cartoleria, ma dal punto di vista esperienziale il salto di qualità sarà formidabile. Quando il ragioniere (accounting chief manager) dirà «sedici centesimi mi sembrano troppi, fisserei il prezzo a quattordici, massimo quindici», tutti i partecipanti potranno, in tempo reale, vedere un fermaglio fluttuare al centro della stanza (virtual meeting room), circondato dai diversi prezzi possibili. Un oggetto apparentemente banale, nella sua veste avatar, assumerà una nuova, eccitante dimensione: sembrerà sempre un fermaglio da cartoleria, però rinato. «Il mondo intero», spiega Martho Loomswald, uno degli art director del metaverso, «potrà riconsiderare il suo rapporto non solamente con i fermagli da cartoleria, ma anche con tutto il resto».

 

Metasound Il metasound è una delle più affascinanti applicazioni del metaverso. Il proprio avatar, con un semplice rewarding dello smitz, senza alcun rischio di overwooping (basta ricordarsi di waxare solo dopo avere sconnesso il foom) sarà intonatissimo, e potrete cantare qualunque genere musicale avendo l’impressione di essere proprio voi a farlo. Lo stesso Zuckerberg, con lo pseudonimo di Zuckerberg Fornaciari, intepreterà, per il lancio della nuova applicazione, un disco blues. Allo studio avatar particolarmente evoluti che possono accompagnare l’esibizione producendo suoni molto suggestivi con la mano sotto l’ascella.

 

Metabosco Meraviglia del metabosco! Alberi fronzuti di diverse specie, uccellini che volano, insetti che galleggiano nell’aria profumata, i colori che cambiano di stagione in stagione. Identico a un bosco normale, il metabosco sarà visitabile da casa propria, immersi in uno scafandro pieno di una soluzione di cristalli liquidi, con un respiratore artificiale e occhiali speciali al litio, ogni settimana al prezzo di soli due dollari a visita.

 

Metasesso  È la frontiera più affascinante. Acquistando un po’ di giga in più, con modico sovrapprezzo, non solo il proprio avatar può dotarsi di organi sessuali supplementari, femminili e maschili, ma potrà pronunciare frasi oscene in tutte le lingue conosciute, con forte incremento dell’eccitazione. Nell’attuale, delicata fase della sperimentazione, si sta cercando il modo di trasmettere l’esperienza del piacere dall’avatar all’utente che lo ha creato, ma il sindacato degli avatar non sembra disposto a collaborare. Problemi anche per la regolamentazione dei comportamenti metasessuali: un avatar è stato arrestato dalla polizia postale mentre importunava i passanti seduto su una metapanchina del Central Park virtuale, mostrando un fallo fluorescente di ottantacinque centimetri. Si è giustificato dicendo che il suo autore aveva caricato troppi giga: un banale errore tecnico, dunque, che troverà sicuramente rimedio grazie alla nuova policy aziendale di Facebook.

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