Pubblicità
Opinioni
agosto, 2022

Basta slogan: sull’ergastolo ostativo serve una legge

Il testo arrivato al Senato era contraddittorio. La crisi ha interrotto un iter che il parlamento deve riprendere. L’intervento del senatore di LeU, ex procuratore nazionale antimafia

La sciagurata crisi di governo e il conseguente scioglimento delle Camere ha impedito la conclusione dell’iter legislativo del disegno di legge sull’ergastolo ostativo, o meglio sui reati ostativi alla concessione di benefici penitenziari. È una materia complessa, gravata da trenta anni di interventi che hanno snaturato l’iniziale impianto. L’obbligo di intervenire a seguito dell’indicazione della Corte Costituzionale poteva essere l’occasione per rivederne l’impianto complessivo e mettere finalmente ordine tra le norme, ma non è andata così.

Il testo pervenuto al Senato dalla Camera lo scorso aprile ha il merito di intervenire sui principi di incostituzionalità enunciati dalla Suprema Corte, tuttavia presenta, come ho osservato in commissione Giustizia sin da subito, importanti e inaccettabili criticità, determinate probabilmente dalla necessità di trovare un compromesso politico a scapito della chiarezza tecnica. Infatti, l’introduzione di un nuovo comma (1-bis.2) e la mancata modifica o abrogazione di un comma previgente (1-ter), hanno finito col creare delle insanabili contraddizioni logico-giuridiche con conseguenti impossibilità applicative.

Opinione
Pena e carcere non sono sinonimi: questo sistema è lo specchio della nostra inadeguatezza
27/6/2022

Non è chiaro sia per i condannati, che devono presentare le istanze, sia per i giudici, quale sia il regime istruttorio, l’onere probatorio, nonché l’organo competente a fornire i pareri e le informazioni per identiche tipologie di reati se commessi in associazione, come ad esempio la tratta di persone, la violenza sessuale di gruppo, la prostituzione e pornografia minorile, la riduzione in schiavitù e così via. Addirittura per il reato di immigrazione clandestina si arriva a una disciplina meno severa se commesso in associazione rispetto al reato individuale. Così come perplessità sorgono nel mantenere un regime più lieve per i reati di omicidio, rapina ed estorsione aggravata rispetto a forme di associazione finalizzate a reati contro la pubblica amministrazione.

Sono fermamente convinto che non si possa approvare il testo della Camera senza modifiche, come sostengono alcune forze politiche pur di utilizzare il tema in campagna elettorale. Sottoporre al vaglio della Corte Costituzionale una legge con tali contraddizioni rischia di produrre una nuova dichiarazione di incostituzionalità.

Sarebbe stato più giusto, come ho proposto e come aveva indicato la commissione Antimafia, mettere ordine tra reati associativi e reati individuali, mentre col testo in esame si crea addirittura una paradossale disparità, per cui i condannati per tali ultimi reati dovranno sottostare a criteri più severi.

L’analisi
Ergastolo ostativo: da cosa nasce e perché non va abolito
19/4/2021

Auspico che i parlamentari della prossima legislatura possano far tesoro di tutti i lavori svolti per migliorare questa legge anche su altri punti che ho messo in evidenza con la presentazione di puntuali emendamenti. Sono abbastanza sicuro che la Consulta, nelle more di una procedura parlamentare avviata, potrà concedere un ulteriore rinvio fino alla definitiva approvazione di un buon testo. Del resto il rischio è chiarissimo: non costruire un sistema sufficientemente rigoroso, pur nel rispetto dei principi costituzionali, può riportare senza le dovute certezze fuori dal carcere mafiosi del calibro dei Graviano. Il dovere del legislatore, nel trentesimo anniversario delle stragi di mafia, è quello di adeguare le norme alle indicazioni della Corte Costituzionale senza togliere a esse la loro incisività nel contrasto alle mafie. In tempi di utilizzo di ingenti fondi pubblici per fronteggiare le diverse emergenze che si presentano, è un obiettivo politico irrinunciabile e per questo mi aspetto che sia enunciato con chiarezza nelle proposte di tutti i partiti agli elettori. 

L'edicola

La pace al ribasso può segnare la fine dell'Europa

Esclusa dai negoziati, per contare deve essere davvero un’Unione di Stati con una sola voce

Pubblicità