Hilarry Sedu, avvocato di origini nigeriane, è “padre” della proposta. E dice: “La maggioranza è a favore”

Hilarry Sedu è un avvocato di origini nigeriane che vive in Italia da quando aveva sei mesi. È diventato un attivista per i diritti umani e ha scritto, a marzo del 2021, la proposta sullo ius scholae – da poco tornata alla ribalta nel nostro Paese dopo le dichiarazioni del ministro degli Esteri (di Forza Italia) Antonio Tajani – che ha riaperto il dibattito anche se nella maggioranza sostengono che «non sia prioritaria perché non è nel programma di governo». La proposta sarebbe quella di concedere la cittadinanza a chi è nato o cresciuto in Italia da genitori stranieri, a condizione che il giovane abbia completato un ciclo di istruzione. 


«Io, la cittadinanza italiana, me la sono dovuta meritare, so bene cosa significhi. Per questo con Gabriella Nobile, che nel 2018 ha fondato l’associazione “Mamme per la Pelle”, con l’ex magistrato Gherardo Colombo, con Diana Pesci, anche lei attivista, e con un rifugiato etiope, abbiamo scritto i princìpi dello ius scholae, una linea mediana che definisce il concetto classico di italianità. Sposavamo la stessa battaglia e abbiamo deciso di unire le nostre forze. Per un concetto, appunto, previsto per i cittadini che nascono già cittadini italiani, nascono nel nucleo di questo Paese, non sono soggetti sui quali discutere di integrazione. Nascono e studiano nelle scuole italiane, assorbono i nostri valori, la nostra cultura, hanno l’italiano quale lingua madre, ragionano nel dialetto locale della città in cui vivono. Nel mio caso, in napoletano. Mi sono interrogato sull’italianità e sul bisogno di definirla». Riconoscere a livello legale e sociale questi cittadini è un diritto necessario non solo per la loro dignità, ma per il progresso sociale ed economico del nostro Paese. Sono ponti tra le diverse comunità che non devono spaventare.


«Sono contrario allo ius soli perchè il fatto di nascere in questo Paese non vuole dire che tu sia italiano dal punto di vista identitario, per questo è importante il ciclo scolastico. Non serve associare il dibattito sulla sicurezza alla cittadinanza, la prima c’entra con l’immigrazione irregolare. Bisogna scindere i due argomenti. Non sono stranieri, ma italiani. A seguito delle vicende italiane sportive, delle vittorie della squadra di pallavolo e del successo di Paola Egonu durante le Olimpiadi di Parigi 2024, c’è effettivamente stato un moto di coscienze, sono caduti stereotipi e barriere. Peccato che poi il governo, la politica più gretta ha messo dei paletti. Roberto Vannacci ha un seguito rumoroso, ma non rappresenta l’Italia. La maggioranza dei cittadini italiani non la pensa come lui, anche se esistono i razzisti, esistono le derive più estreme; mi preoccuperei solo se la maggioranza fosse razzista».


Hilarry Sedu è convinto che il lavoro che hanno fatto fino ad adesso, colloquiando anche con alcuni esponenti che rappresentano la maggioranza di governo, continuerà e che si arriverà a un accordo, malgrado gli sbarramenti di quelle forze politiche che vedono in questo diritto un rischio per la coesione sociale e per l’identità culturale. «Sul principio non ho trovato quasi nessuno in disaccordo, forse è una questione di tempismo, ma è stupida la retorica che dice che non rientra nel programma. Sono sicuro che ogni parlamentare libero di scegliere senza influenze di casacche o colore politico voterebbe lo ius scholae in pura convinzione».