Il 31 maggio in piazza contro le misure contenute nel nuovo decreto legge numero 48. Sono in gioco i nostri diritti e la tenuta della democrazia, assediata dalla logica repressiva e autoritaria del governo Meloni. A nulla sono valsi i richiami del Consiglio d’Europa: «Limita i diritti alla libertà di espressione e di riunione pacifica sanciti negli artt.10 e 11 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo». Le lettere inviate il 16 aprile da cinque relatori speciali delle Nazioni Unite che ne chiedevano l’immediata abrogazione: «Lede i diritti umani». Così come l’allarme lanciato lo scorso 13 maggio dal Csm sulle conseguenze per il nostro sistema giudiziario.
Il governo Meloni se ne frega di qualsiasi organismo sovrannazionale e continua a dimostrarsi allergico al dettato costituzionale. Basta leggere alcune delle misure contenute nel decreto legge per rendersene conto.
Reato di blocco stradale punito con la reclusione, non più come illecito amministrativo. C’è da scommettere che, tra i vari ambiti, verrà utilizzato contro i picchetti dei lavoratori all’esterno delle aziende. Minacce a pubblico ufficiale nel corso di una manifestazione: previsti 15 anni di carcere. Peggio del codice Rocco di epoca fascista. Scritte sui muri: 3 anni di reclusione. Rivolta penitenziaria o carceraria: dai 2 agli 8 anni per chi la organizza e da 1 a 5 per chi vi partecipa. Anche la resistenza passiva diventa reato. Occupazione abusiva di case sfitte: punita con 7 anni. Punizione estesa anche ai “solidali o collettivi di sostegno”. Tra le novità anche il carcere per terrorismo della parola: sino a 6 anni. Considerata l’estrema arbitrarietà del concetto, da chi lotta per la pace a chi per la liberazione del proprio popolo, come ad esempio i palestinesi, questo nuovo reato espone tutti e tutte a rischi mai visti prima.
Il decreto legge paura introduce anche norme antimigranti, come quelle che stabiliscono l’uso del cellulare solo per chi ha un permesso di soggiorno. Fino ad arrivare al più irricevibile e fascista di tutti i nuovi reati introdotti dalla Meloni: 20 anni di reclusione per chi protesta per impedire la realizzazione di infrastrutture destinate all’erogazione di energia, di servizi di trasporto, di telecomunicazioni o di altri servizi pubblici. L’obiettivo è silenziare chiunque nel nostro Paese sia contrario a inceneritori, rigassificatori, treni ad alta velocità, megaprogetti come il porto croceristico di Fiumicino o il ponte sullo Stretto di Messina, e così via. Reclusione per chiunque contesti il modello di sviluppo responsabile della crisi e del peggioramento delle nostre condizioni materiali ed esistenziali. Che in questi tempi equivale al divieto di immaginare un futuro diverso rispetto a quello orribile che ci viene imposto.
Il dl 48 non limita solo il diritto alla protesta ma impedisce quello alla partecipazione dei cittadini. Difendono con la faccia cattiva del potere un modello di sviluppo che giustifica la corsa al riarmo, distrugge posti di lavoro, ostacola la partecipazione delle comunità, devasta i nostri ecosistemi. Ci vietano di pensare diversamente da loro, cambiando forma allo Stato e governando con la paura. Ci vogliono sudditi e silenti. Il 26 maggio il decreto paura arriva alla Camera per essere convertito in legge. La rete “no dl sicurezza”, invita tutti e tutte alla mobilitazione il prossimo 31 maggio. Proprio perché a farne le spese non saranno solo movimenti, sindacati e reti sociali ma saremo tutte e tutti. Facciamo Eco!