Opinioni
18 settembre, 2025Il 19 settembre, a Roma, sessanta under 30 all’evento de La Giovane Roma e Politica con L’Espresso
Fra due anni, nel 2027, gli italiani saranno chiamati a eleggere un nuovo Parlamento. Un appuntamento che, in un mondo scosso da guerre, crisi economiche, emergenze climatiche e trasformazioni tecnologiche sempre più rapide, si annuncia decisivo. Ma il rischio è che arrivi in un Paese stanco, segnato da un astensionismo che sfiora il 50 per cento, con milioni di cittadini che non si riconoscono più in una classe politica percepita come distante, autoreferenziale, incapace di dare risposte concrete ed efficaci.
Eppure dentro questo scenario c’è una speranza. Una speranza che prende forma nelle nuove generazioni che, spesso lontano dai riflettori, hanno scelto di impegnarsi in politica, di candidarsi nei Consigli comunali o regionali, di lavorare nei movimenti, di portare la loro voce nelle istituzioni locali, nazionali ed europee. Non parliamo di slogan o di facili retoriche: parliamo di ragazzi e ragazze sotto i trent’anni che già oggi si assumono responsabilità, discutono di bilanci, ambiente, diritti, lavoro, cercano di rappresentare gli interessi delle loro comunità, ma soprattutto portano una ventata di aria nuova nella politica. Abbiamo deciso di dedicare a loro la controcopertina di questa settimana e di pubblicare le biografie di 60 giovani che, ciascuno con la propria storia, raccontano un’altra Italia possibile. Alcuni lo fanno per passione autentica, altri forse con l’ambizione di costruirsi un futuro personale. Molti, lo sappiamo, si perderanno lungo la strada; altri, invece, diventeranno protagonisti della vita politica dei prossimi decenni. Ma tutti, oggi, testimoniano una verità semplice: la politica non è morta. È viva, pulsa, e trova nuova linfa proprio laddove non ci aspettavamo più di trovarla: nei giovani. Il loro contributo, nel 2027, potrebbe pesare più di quanto immaginiamo. Perché non si tratta solo del voto dei diciottenni, ma della capacità di queste generazioni di contaminare i partiti, di costringerli a cambiare pelle, a diventare più aperti, meno leaderistici, meno clientelari. Se questo non accadrà, se le forze politiche resteranno chiuse nei loro meccanismi di potere, sarà il futuro stesso dell’Italia a essere messo in discussione.
Costruire il domani assieme ai giovani significa cercare un’alchimia nuova: quella tra l’esperienza di chi ha attraversato stagioni cruciali della nostra storia e l’energia, l’entusiasmo, la creatività di chi ha ancora tutta la vita davanti. Significa non solo distruggere ciò che non funziona, ma soprattutto costruire. Dare forma a un Paese più giusto, più moderno, più inclusivo. Per questo abbiamo voluto non solo raccontarli, ma anche invitarli a incontrarsi: venerdì 19 settembre, a Roma, in un evento organizzato da La Giovane Roma e da Politica di cui L’Espresso è media partner, i sessanta under 30 selezionati porteranno le loro esperienze, i loro progetti, la loro visione. Sarà un momento di confronto e di ascolto che speriamo possa diventare contagioso.
Il nostro non è un gesto di ingenuo entusiasmo, ma un’operazione di fiducia. Vogliamo dimostrare che le nuove generazioni sono molto meglio di come spesso vengono descritte. Che esiste un’Italia che non si rassegna, che non fugge, che non resta a guardare, ma che sceglie di mettersi in gioco. Oggi, insieme a loro, vogliamo tornare a sognare un Paese diverso. Un Paese che dia spazio a chi ha idee nuove, a chi vuole cambiare davvero. Perché il futuro non si aspetta: si costruisce. E noi, partecipando a questa iniziativa, scegliamo di crederci.
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