Per il secondo anno, ecco i 60 ragazze e ragazzi impegnati nelle istituzioni e nei partiti, scelti da “La Giovane Roma” e da “Politica”. Evento venerdì 27 a Roma con L’Espresso media partner

Noi crediamo nella politica - Il premio 60 under 30

Nel 1831, a 26 anni, Giuseppe Mazzini fondò la Giovine Italia con il chiaro obiettivo di unire l’Italia, centinaia di altri giovani lo hanno seguito e sono morti per quel sogno che oggi è realtà. Circa due secoli dopo l’Italia non è un Paese per giovani. Una generazione descritta da molti come confusa, disinteressata, pigra, priva di valori, di passioni, di sogni e di futuro. Giovani e politica: due binari paralleli mai stati più distanti, questa è la narrazione maggioritaria.

 

La nostra generazione, quella che va dal 1994 in poi, quella nata proprio all’inizio della Seconda Repubblica, è stata d'altronde allevata a “pane e antipolitica”. L’odio per la politica e i politici è un sentimento a cui noi giovani siamo stati fin troppo abituati ed educati. Siamo cresciuti, infatti, costantemente con l’invito a scappare dal nostro Paese, l’Italia, un posto «bello e inutile destinato a essere distrutto».

 

Ma se, invece, per un incredibile scherzo del destino, la nostra generazione fosse profondamente appassionata di politica? Fosse tremendamente innamorata del proprio Paese e consapevole del fatto che forse l’unico modo per rimanerci è proprio la politica stessa? Se ci fosse già una generazione di politici under 30 pronta a combattere per una nuova Italia? A questa domanda, nelle prossime pagine troverete una risposta nelle 60 storie di ragazzi e ragazze che noi de “La Giovane Roma”, attraverso il nostro magazine "Politica", abbiamo raccolto e che L’Espresso pubblica.

 

“La Giovane Roma” è un'associazione politico-culturale nata con l’obiettivo di rendere i giovani protagonisti del presente, che ha dato vita a un progetto editoriale chiamato, non a caso, Politica, che oggi è una pagina Instagram che conta oltre 180 mila follower, raccontando ogni giorno con gli occhi della Gen Z l’attualità e la politica italiana. Non ci siamo mai arresi nonostante tutti gli ostacoli che abbiamo incontrato nel nostro ambizioso percorso. Lo scorso anno abbiamo deciso di dare voce a una nuova classe dirigente, scovando le storie di 60 ragazzi e ragazze appassionati di politica, che stanno già incidendo nella vita del Paese. Li abbiamo invitati a Roma per raccontare il loro impegno quotidiano, in un evento di cui L’Espresso è stato media partner.

 

L’iniziativa è stata un successo: centinaia di partecipanti, interventi sinceri, appassionati, diversi... La prova del fatto che la politica, nonostante tutto, è ancora viva nelle nuove generazioni. L’adesione di tutti i partiti presenti in Parlamento e le primissime file di ciascun gruppo parlamentare che sono intervenute a sostegno dell’iniziativa hanno reso l’occasione un importante momento di coesione, volta a formare una futura classe dirigente preparata e all’altezza.

 

Consiglieri municipali, comunali, assessori, sindaci, parlamentari, europarlamentari, membri di segreterie politiche, quadri e dirigenti di partito, politicamente molto diversi ma con una cosa in comune: il desiderio di incidere nel presente per determinare il futuro. Questi sono gli under 30 che lottano per cambiare il nostro Paese, ma non sono i soli. Per questa ragione, anche quest’anno abbiamo deciso di organizzare una nuova edizione del nostro evento, rinnovando il riconoscimento ad alcuni per premiare la costanza nell’impegno politico, ma promuovendone anche di nuovi, perché sono tanti i giovani che in questo 2024 hanno fatto la differenza. Una massa enorme che, fino a un anno fa, era sommersa e che per almeno qualche giorno ha avuto lo spazio mediatico che merita.

 

Quest’anno, però, ci siamo sentiti in dovere di fare uno sforzo maggiore: metterci dentro davvero la politica e non limitarci a un lavoro di talent scouting. Il nostro intento, d’altronde, non è mai stato quello di fare un'inutile classifica. L’anno scorso, abbiamo notato che la nostra generazione ha un forte sentimento di riscatto che però è per lo più individuale e quasi mai collettivo. Siamo a tutti gli effetti disuniti e facciamo delle corse quasi solitarie verso il futuro. Oggi vogliamo ricominciare a sognare un Paese dove i giovani tornino ad essere protagonisti del cambiamento. Adesso è il momento di prenderci ciò che ci spetta: sia il presente, sia il futuro, qui ed ora. Non possiamo aspettare che le passate generazioni ci cedano lo scettro, dobbiamo strapparlo come hanno fatto loro in passato.

 

Siamo un Paese in cui noi siamo i veri ultimi, in cui la parola “giovane” ormai ha un’accezione negativa. Un giovane, oggi, è una persona schiacciata da un inquietante futuro. Conosciamo tutti i problemi che ci affliggono: il tasso di disoccupazione giovanile è altissimo, molti di noi scappano all’estero, per non parlare dei nostri salari, del problema della nostra salute mentale e dell’enorme numero di suicidi anche tra i giovanissimi.

 

Ci sono dei temi che riguardano tutti noi, a prescindere dal colore politico, che dobbiamo necessariamente affrontare insieme. Non rinchiudiamoci nella nostra ambizione personale, non facciamo lotte intestine tra di noi. Se non riusciamo a dialogare oggi, come pretendiamo di ridare dignità al futuro dell’Italia? Dimostriamo che la politica non è morta e che la nostra generazione è molto meglio di come viene descritta. Questo deve essere l’inizio della battaglia generazionale. Il mondo è nostro.

LEGGI ANCHE

L'E COMMUNITY

Entra nella nostra community Whatsapp

L'edicola

Heil Putin - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso

Il settimanale, da venerdì 19 settembre, è disponibile in edicola e in app