Opinioni
31 ottobre, 2025Articoli correlati
Chatbot surrogati di relazioni, sembianze e dati reali manipolati per mille fini: si impone un confine
C’è sempre un momento, nella storia della tecnologia, in cui stupore e meraviglia si trasformano in seria riflessione. Dopo averci semplificato il lavoro, intrattenuto e persino curato, l’intelligenza artificiale bussa ora alla porta più fragile e più umana di tutte: quella del sesso e dei sentimenti. Ma questa volta non vuole solo aiutarci, vuole conquistarci.
Non analizza più i nostri dati per migliorare una pubblicità o un algoritmo, ma analizza noi, per diventare l’interlocutore perfetto, il compagno o la compagna ideale, il riflesso esatto di ciò che desideriamo. Non parliamo più di “trovare qualcuno online”, ma di “crearlo”. È la nuova frontiera del cosiddetto amore digitale, fatto di relazioni “generate”, “personalizzate”, “addestrate”.
E così in tutto il mondo si moltiplicano le start-up che offrono partner virtuali dotati di voce, emozioni simulate e una memoria emotiva che si adatta ai nostri desideri. Puoi avere un partner che non litiga, non tradisce e ti dice esattamente quello che vuoi sentire. Puoi decidere il tono, il carattere, il corpo (nei modelli con interfaccia 3D o robotica) e perfino se vuoi una dipendenza solamente sessuale o anche affettiva. Anche l’eros diventa algoritmo: un sistema che impara dal tuo desiderio e lo perfeziona, fino a diventare la proiezione esatta delle tue fantasie.
È una rivoluzione affascinante, ma anche inquietante. Perché se tutto diventa possibile, cosa resta autentico? Chiunque potrà soddisfare qualsiasi fantasia erotica e allacciare qualsivoglia relazione sessuale con chatbot sempre più sofisticati, alcuni già integrati nei servizi di intelligenza artificiale generativa più popolari, come ChatGPT.
Ma allora che ne sarà delle relazioni reali, delle coppie, delle fragilità che rendono l’amore umano imperfetto ma vero? Cosa accadrà quando uno dei due partner inizierà una relazione sessuale con un’intelligenza artificiale disponibile ventiquattr’ore su ventiquattro, programmata per assecondare ogni desiderio, ogni perversione, senza mai dire di no?
E ancora, cosa succederà ai bambini e agli adolescenti – perché tenerli davvero lontani da questi strumenti sarà impossibile – che verranno iniziati al sesso e alla seduzione da entità non umane, prive di empatia, di limiti, di paura o pudore? Cresceranno con un’idea dell’amore completamente distorta, confondendo la reciprocità con la programmazione, l’intimità con l’interazione.
Ci sono poi enormi problemi di privacy. Come bene ci spiega Guido Scorza, membro del Garante per la protezione dei dati personali, nel suo articolo, questi chatbot raccolgono tutto: parole, desideri, fantasie, immagini, confessioni. E se questi dati finissero nelle mani sbagliate? Il sesso è sempre stato strumento di ricatto. Nell’era dell’intelligenza artificiale, potrebbe diventare anche un’arma politica, una leva economica, uno strumento di controllo sociale.
Ci domandiamo a questo punto se si è davvero valutato l’impatto di tutto questo sulla società globale e sulla nostra capacità di amare, di scegliere, di restare umani. Oppure, se nella folle corsa dell’industria dell’intelligenza artificiale, si è semplicemente scelto di anteporre le ragioni del profitto a ogni altro valore, diritto e libertà.
Forse è arrivato il momento di fermarci un istante, di guardarci negli occhi, quelli veri, umani, non quelli del chatbot umanoide e porci seriamente tutti questi interrogativi.
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