Opinioni
6 novembre, 2025Il decreto Sicurezza è una creazione squisitamente horror. Ne è provalo sfratto di via Michelino a Bologna
È stato Halloween, con buona pace di Ernesto Galli della Loggia che ha sempre detestato zucche e fantasmi: lo scrisse sul Corriere della Sera il 2 novembre 1998 (l’inferno è una buona memoria, diceva Michela Murgia), lamentandosi che “tutto ciò che non si presenta con connotati italiani può, in Italia, contare sempre su un’attenzione immediata e spesso su un successo travolgente”, e dimenticando che quella festa è nei fatti parte viva del folclore italiano, come dimostrano i libri scritti da Eraldo Baldini sull’argomento.
Pazienza, è Halloween: quindi, dopo aver preparato la zucca, si potrà rileggere “L’incubo di Hill House” di Shirley Jackson, dove la protagonista, una giovane donna di nome Eleanor, cerca una casa tutta sua. Per sua sventura, ne troverà una, ma infestata. Ora, se il decreto Sicurezza fosse stato in vigore nel 1959, quando Jackson scrisse il suo capolavoro, probabilmente tutto ciò che striscia silenzioso all’interno di Hill House sarebbe stato cacciato via a mazze di ferro e manganellate da agenti antisommossa. Il decreto Sicurezza è quella creazione squisitamente horror criticata da mezzo mondo (Corte di Cassazione in testa) che introduce fra l’altro un nuovo articolo del Codice Penale, il 321-bis, il quale prevede che le forze dell’ordine possano intervenire per sgomberare gli immobili occupati già dopo 10 giorni dall’indicazione del giudice. Nei fatti, è quella pratica efficacemente descritta dai manifesti della Lega apparsi nelle strade di Roma: un nero, una rom e un ragazzo coi capelli lunghi (ah, le vecchie polemiche sui capelloni) che a testa bassa escono da un portone, con uno schieramento di poliziotti davanti.
Slogan: “Occupi una casa? Ti buttiamo fuori in 24 ore. Grazie alla Lega”. Il manifesto è stato rimosso dal Campidoglio, fra le urla al “bavaglio” dei leghisti. In compenso, la settimana scorsa abbiamo potuto vedere la sua attuazione nel video che mostra lo sfratto di via Michelino a Bologna, dove due famiglie con bambini sono state gettate fuori a manganellate. Anche se pagavano l’affitto, ma quegli appartamenti servivano ad altri. Ad affitti brevi, a quanto pare, anche se la proprietà giura che non è così.Anche noi giuriamo che è difficilissimo trovare una casa in affitto, con la moltiplicazione degli Airbnb e degli alloggi per studenti, a fronte di milioni di case vuote. Ma, si sa, nell’immaginario che si sta costruendo chi è povero e non riesce a comprare una casa è colpevole: e quindi bene le mazzate, bene il settantenne di Verona che si butta dalla finestra con l’ufficiale giudiziario che bussa, e bene pure chi non riesce a far fronte a un carrello della spesa cresciuto del 30 per cento in sei anni.
Il bene è ironico, ovviamente: anche se non c’è nulla di ironico nel disprezzo di manovra e di governo, che, per dire, dalla Carta Valore del ministro Giuli esclude dagli studenti che potranno utilizzarla chi non ha il diploma superiore, chi non è riuscito a diplomarsi in cinque anni, chi ha scelto scuole di formazione come parrucchieri, estetiste, meccanici, elettricisti, pasticcieri, panettieri e giardinieri. La cultura è solo per chi ha la possibilità di permettersela, e così la casa. Per questo, la cosa preziosa di oggi è la fiaba di Hänsel e Gretel narrata da Stephen King, nella traduzione di Irene Bulla e le illustrazioni di Maurice Sendak, che esce oggi per Adelphi. La casa c’è, di marzapane, ma nasconde un potere maligno dietro il sorriso: e magari ha una mazza di ferro dietro la schiena.
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