Non si tolga ai pm il controllo della polizia giudiziaria

Una prospettiva che rientra nei sogni reconditi di tutti i corrotti, i collusi e gli indagati. Ma non rientra nei sogni dei cittadini comuni, per i quali si prospetta un brusco risveglio: una casta politica formata da marchesi del Grillo e autoreferenziale potrà governare le nostre vite nel futuro di questo Paese. Il re è nudo. Abbiamo il dovere di dirlo

Il ministro Nordio sembra aver dimenticato l’art. 109 della Costituzione e non ha il coraggio di proporre la modifica dell’obbligatorietà dell’azione penale. Il risveglio dev’essere stato brusco: così com’è la riforma finisce col dare molti più poteri a un pubblico ministero senza alcun controllo che non sia il futuro controllo disciplinare dell’Alta corte, senza alcuna possibilità di parità fra accusa e difesa. D’altra parte, c'è l’obiettivo della separazione delle carriere, anche se non si può confessare esplicitamente, non è questo ma è quello, che sarebbe impopolare, del controllo della politica sui pubblici ministeri.

E allora che fare? Bisogna rimboccarsi le maniche e predisporre nuove riforme, che però questa volta rendono esplicito lo scopo di controllo dei pm che il governo Meloni vuole perseguire. Si progetta, perciò, di porre mano al principio costituzionale per il quale “l'autorità giudiziaria dispone direttamente della polizia giudiziaria” perché i pubblici ministeri, anche nella riforma Nordio, fanno parte dell’autorità giudiziaria e si pensa all’uovo di colombo: sottrarre la polizia giudiziaria alla dipendenza della magistratura. Ma questo non si può fare senza modificare, di nuovo, la Costituzione o, peggio, tornando al codice Rocco.

Ma neanche questo basta: per questa Costituzione così sgradita a Nordio e ai suoi colleghi di governo l’azione penale è obbligatoria (art. 112), e l’azione penale la esercita il pm che è obbligato a indagare a seguito di una notizia di reato, anche quella appresa dalle inchieste giornalistiche che denunciano il malaffare della politica. Torna la domanda “che fare?” Ovvio: o si modifica la Costituzione (e se ne spiegano i motivi) o si sceglie la via di fare scegliere al Parlamento quali reati perseguire e quali no.

Sono sicuro che questa prospettiva rientra nei sogni reconditi di tutti i corrotti, i collusi e gli indagati. Ma non rientra nei sogni dei cittadini comuni, per i quali si prospetta un brusco risveglio: una casta politica formata da marchesi del Grillo e autoreferenziale potrà governare le nostre vite nel futuro di questo Paese. Il re è nudo. Abbiamo il dovere di dirlo.

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