Prendiamola da lontano: nel 2019 l’allora senatore Elio Lannutti scrisse su Facebook un post allarmistico sul complotto giudaico, certificato da un libro: ovvero, “I Protocolli dei Savi di Sion”. Si trattava invece di uno dei più antichi e riconosciuti falsi della storia, che il senatore aveva scambiato per vero. Succede, per carità: molti pseudobiblia, ovvero libri inesistenti creati in libri veri, vengono cercati e acquistati in rete: uno, famosissimo, è il “De Vermis Mysteriis”, inventato da Robert Bloch (quello che scriverà Psycho) in un racconto del 1935, “Il divoratore giunto dalle stelle”, dedicato a H.P. Lovecraft che a sua volta inventerà il “Necronomicon”. Che però si vende online a ben 400 euro. In altre parole, noi sappiamo che questi libri non esistono, eppure esistono, o meglio, qualcuno ci crede e probabilmente è disposto a spendere 400 euro per evocare la Grande Madre, gli Antichi Dei, il Re Rosso e Lucifero.Ma questa è letteratura, e queste sono storie nate dalla letteratura. Pseudobiblia, appunto, meravigliosi pretesti per serate fra appassionati, con un calice di rosso e un gatto sulle ginocchia. Terribili se diventano la realtà, come fece Elio Lannutti con i Protocolli (fu costretto a scusarsi, ma la figuraccia rimase) e come fa il ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara.
Intendiamoci, Valditara non crede al Necronomicon o al De Vermis Mysteriis, a quanto sappiamo: crede però che “libro, carta e penna” siano la salvezza per ragazze e ragazzi. Così, almeno, ha dichiarato a Porta a Porta, commentando la decisione di vietare l’uso del cellulare a scuola per disintossicare gli alunni: a questo punto sarebbe dovuto entrare in scena il già qui citato McLuhan per ripetere la scenetta di “Io e Annie” e ricordargli che non ha capito nulla della faccenda del mezzo e del messaggio. Perché, volendo essere rigorosi, con la carta e con la penna si sono fatti anche disastri, e basterebbe ricordare i casi recenti di un grande bibliofilo (Marcello Dell’Utri) e di un autore di best-seller (Roberto Vannacci) per dimostrare che i libri non sono necessariamente salvifici. Viceversa, il cellulare può esserlo. Sempre su Facebook un insegnante genovese ha ricordato che grazie alla circolare anti-telefonino non potrà più ripetere le esperienze fatte con i suoi ragazzi: una serie di video sulla “Metamorfosi” di Kafka, un gioco interattivo dove i racconti di Boccaccio diventavano storie a bivio, il lavoro condotto attraverso le app per smascherare i falsi e le notizie tossiche. Eccetera.
Ignorare la realtà e sostituirla con quella che piace a noi o si ritiene piaccia al terrorizzato e nostalgico elettorato, non aiuta. Aiuterebbe, invece, leggere e far leggere, visto che di educazione sentimentale e sessuale non si parla, la cosa preziosa di oggi, ovvero “Utero con vista” di Domitilla Pirro e Benedetta Petroni, appena uscito per effequ. È un libro sulla salute riproduttiva della donna, intelligente, documentato e, sì, anche ironico. Che ricorda fra l’altro che nell’ultimo Studio Nazionale sulla Fertilità, che risale al 2019, il 94 per cento dei ragazzi e delle ragazze ritiene che debba essere la scuola a garantire l’informazione sui temi della sessualità e della riproduzione. Ma di questo, si sa, è bene non parlare: o meglio, parlare e lasciare al caso, o ai Movimenti No Choice, la gestione degli eventuali corsi. E questa, purtroppo, è la realtà.